Omicidio di Aneliya Dimova

Belvedere Marittimo, la risposta dei Parroci della città

Su quanto affermato da un pubblicista su un giornale locale online

Fin dalle prime ore del ritrovamento del corpo della nostra sorella Aneliya Dimova abbiamo sentito il dovere di pregare e di far pregare le comunità parrocchiali per lei e per il responsabile di questo grave delitto, invitando tutti i nostri parrocchiani ad evitare il chiacchiericcio e le sentenze facili che non si addicono ai Figli di Dio.
Un invito che tanti belvederesi hanno colto e fatto loro con grande sensibilità. Certo questo invito non è potuto arrivare a chi non è abituato a frequentare la comunità ecclesiale e si limita – forse – a stare seduto dietro ad un computer dal quale non si risparmia di giudicare l’operato altrui.
A questo proposito, abbiamo registrato l’articolo apparso su un giornale nel quale siamo stati accusati di tacere sui social, aggiungendo giudizi infondati sul nostro operato. In merito sentiamo il bisogno di ricordare che, come pastori, non siamo desiderosi di apparire ad ogni costo in prima pagina. Il nostro operato si deve caratterizzare nella linea di quella massima evangelica: “Non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra” (Mt 6,3).
Noi comprendiamo che un pubblicista, il quale vive di questo mestiere, richieda “ripetutamente” interventi sui social, senza rendersi conto che tanti drammi, come il presente, richiedono riservatezza e non possono essere spesi per aumentare l’audience di un giornale piuttosto che di un blog; attività che diventa preziosa e valida a patto che, però, le notizie diffuse siano verificate sul territorio, dopo aver sentito gli interessati; cosa che, per altro, in una paesino piccolo come il nostro dovrebbe essere abbastanza accessibile, specie da chi ritiene di avere la “patente di pubblicista”.
Una cosa che ci ha profondamente rattristato è stato il collegamento con un’altra vicenda che ha fatto soffrire le nostre comunità e che ha interessato un nostro confratello, in quanto sono state insinuate calunnie fondate sul chiacchiericcio. Occorre ricordare, infatti, che, in occasione delle esequie della madre di questo sacerdote, il vescovo pubblicamente, e senza mezzi termini, ha invitato tutti e ciascuno, “a cominciare dal figlio sacerdote, a denunciare”. Non solo, la diocesi – e questo è verificabile consultando gli inquirenti – ha collaborato in ogni modo, e anche oltre i termini garantiti dalla legge, affinché si potesse fare luce sulla vicenda.
Il vescovo, del quale ella ha conosciuto la sensibilità e la vicinanza, che certamente non può sbandierare ai quattro venti, si è molto rammaricato per l’articolo apparso nel suo giornale; comunque La invita, caldamente, a dire tutto quello che sa a chi di dovere (o anche a mezzo stampa) sulla triste vicenda a cui fa riferimento in calce all’articolo con accenti sospettosi. In caso contrario sarà Lui a chiarire l’accaduto nelle sedi competenti.
Senza voler fare polemica alcuna vogliamo cogliere l’occasione per invitarvi, con affetto e cordialità, a recuperare quella serietà che tante volte Belvedere ha saputo manifestare, come nel caso di Silvana Rodrigues che evidentemente non è rimasto impresso nella memoria del pubblicista. Serietà e rispetto, infatti, sono richieste da un contesto delicato come quello di un delitto.
La magistratura inquirente ci ha indicato ad oggi un “presunto” omicida, pertanto proprio in uno stile di serietà evangelica, noi teniamo a ricordare che l’atteggiamento opportuno è quello dell’attesa di tutte le fasi di indagine, fino a sentenza definitiva.
Il nostro operato, insieme a questa comunicazione, è finalizzato al servizio della verità, anche qualora dovesse risultare scomoda, e alla vicinanza a coloro che soffrono.
Da ultimo, ma non per ultimo, vi informiamo che, dopo esserci messi in contatto con i familiari, stiamo attendendo la possibilità di celebrare le esequie di questa nostra sorella, come momento di riflessione e suffragio di cui vi offriremo i dettagli successivamente.

Belvedere Marittimo, 19 settembre 2020

I parroci di Belvedere

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