I volontari in visita a Reggio Calabria

Formazione Caritas: “non c’è nessun povero così povero da non poter offrire aiuto all’altro”

Dalle foranie di San Marco Argentano e Belvedere Marittimo

Gli operatori volontari delle Caritas parrocchiali delle foranie di San Marco Argentano e Belvedere Marittimo hanno partecipato al percorso formativo proposto dalla Caritas diocesana con il progetto “Ascoltati e confortati” finanziato da Caritas Italiana con i fondi 8×1000. La Caritas diocesana visitata questa volta, per vivere l’esperienza e ascoltare le testimonianze in una caritas diocesana, è stata quella di Reggio Calabria. Primo momento vissuto dai volontari è stato dalle Suore Francescane Alcantarine che gestiscono il “Centro d’Ascolto Don Italo Calabrò”, le quali dopo aver mostrato i locali della struttura, hanno offerto la testimonianza del loro servizio che si divide tra la mensa per i poveri e l’animazione di strada che coinvolge i bambini e i ragazzi del popoloso quartiere di Archi. Hanno ripercorso anche la storia e le difficoltà che negli anni le suore sul territorio, da sempre segnato da una guerra tra famiglie mafiose, si sono ritrovate ad affrontare. Guidati da Alfonso Canale, segretario della Caritas della Diocesi di Reggio- Bova, i volontari hanno poi visitato gli uffici della Caritas e il Centro d’Ascolto mons. Ferro, per poi visitare l’emporio solidale “Genezareth un riparo per la crisi”. Le volontarie si sono a messe a disposizione per illustrare il loro metodo ed il loro operare, e rispondere a tutte le domande. Hanno sottolineato l’importanza della formazione per gli operatori e i volontari caritas e di quanto sia importante l’ascolto nell’aiutare i poveri e accoglierli, creando un clima familiare per coinvolgerli, anche nell’aiuto pratico, facendogli capire come anche loro sono importanti per il bene dei fratelli perché come ha sottolineato don Nino Russo (vicedirettore della caritas diocesana di Reggio Calabria) “non c’è nessun povero così povero da non poter offrire aiuto all’altro”. La Caritas deve dunque operare seguendo una funzione prettamente educativa e pedagogica, deve cioè saper condurre il povero verso il meglio di sé anche attraverso dei sani “no”.

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