
Si é conclusa la fase profetica del Cammino sinodale nella Diocesi di San Marco Argentano-Scalea, che ha visto il suo culmine negli incontri con i Consigli pastorali parrocchiali.
Un lavoro imponente che ha coinvolto complessivamente 557 persone distribuite in 44 tavoli sinodali.
Anche in questa fase è ritornato con potenza il desiderio di narrarsi, di essere comunità missionarie capaci di condividere sogni e attuare progetti; comunità parrocchiali che sappiano mettersi in rete tra loro per un qualificato servizio al territorio che abitano.
Negli incontri si è fatta esperienza di una Chiesa desiderosa di stringersi attorno al proprio Pastore per avviare processi capaci di saper affrontare le sfide del nostro tempo.
Perché la Chiesa diocesana sia sempre più missionaria tutti auspicano in un rilancio delle Unità pastorali, con un maggiore coinvolgimento dei laici nella progettazione dei cammini pastorali: non una chiesa frammentata ma uno spirito collaborativo e di comunione che sappia valorizzare i carismi che la compongono.
È emersa la necessità di riqualificare luoghi e non luoghi come strumenti di incontro intergenerazionale che mirano alla formazione integrale dell’uomo. Si registrano spesso adulti assenti o poco capaci di saper testimoniare con il proprio servizio l’amore per il Vangelo e questo porta ad un indebolimento del cammino pastorale e spesso allo scoraggiamento di quanti sono chiamati ad operare nei territori.
Pertanto, i protagonisti della conversazione spirituale operata nei tavoli hanno chiesto una formazione capace di saper rispondere alle esigenze dei laici impegnati nei vari servizi e di fornire strumenti quali la creazione di una piattaforma per poter condividere materiale di approfondimento e strumenti a servizio della comunità diocesana.
Tra le proposte emerse rispetto ai giovani, l’importanza della sinergia tra le agenzie educative del territorio e Chiesa per generare conversioni positive e propositive. Ancora, è emersa l’esigenza di far tornare i giovani al centro della programmazione delle comunità parrocchiali, offrendo loro occasioni sistematiche di incontro, ascolto e testimonianza sul territorio. Inoltre, una progettazione unitaria tra i vari uffici diocesani che si occupano di giovani e territorio potrebbe aiutare chi avverte la mancanza di proposte metodologiche di accompagnamento giovanile nelle parrocchie.
Rispetto all’iniziazione cristiana, è stata sottolineata l’esigenza di dare centralità alle famiglie come primo luogo di iniziazione cristiana: a partire dal quotidiano e dalle relazioni affettive si fa esperienza del Vangelo. Da questo deriva l’esigenza di curare molto di più i percorsi catechistici per adulti e giovani, in particolar modo la formazione missionaria, in un’ottica di riscoperta del dono della fede.
L’esito dell’ascolto praticato nei nove incontri nelle Unità pastorali é stato sintetizzato dall’équipe diocesana del cammino sinodale e inviato alla segreteria nazionale del sinodo, affinché diventi parte dello strumento di lavoro della seconda Assemblea nazionale che si terrà a Roma dal 31 marzo al 3 aprile prossimi.
Desideriamo una Chiesa che sia proprio come quella della Pentecoste, inquieta perché abitata dalla Spirito, ricca di zelo e capace di sapersi interrogare e lasciarsi ferire dalle narrazioni: questa è la Chiesa profetica sperimentata in questo tempo, con l’auspicio che si passi dal Cammino sinodale alla sinodalità come stile per camminare insieme.