
Carissimi, il senso dell’accoglienza e dell’ospitalità rivestono un ruolo fondamentale nella vita e nella spiritualità dei credenti. Tali valori sono radicati nella Bibbia e nell’insegnamento di Gesù, il quale prediligeva manifestare gesti di apertura e di compassione verso il prossimo, specialmente verso gli stranieri e coloro che si trovavano in difficoltà. Nella tradizione cristiana l’ospitalità si interpreta come atto di amore, di carità evangelica e manifestazione della Misericordia di Dio.
L’atteggiamento cristiano non si limita alla semplice ospitalità materiale, ma comprende anche l’accoglienza del cuore, l’ascolto e il rispetto verso gli altri, riconoscendo in ogni persona l’immagine di Dio. Un esempio fondamentale è quello che ci mostra l’evangelista Luca nella parabola del buon Samaritano (Lc 10,25-37): la prossimità dell’uomo della Samaria è un invito a tendere la mano a chi è in difficoltà, senza tenere conto di etichette o distinzioni di ogni tipo. Anche l’invito di Gesù a ricevere il visitatore, “il piccolo tra voi” (Mt 18,5), sottolinea l’importanza di mettere gli altri al centro, praticando una vera e propria apertura d’animo. Per noi credenti l’accoglienza è un valore di solidarietà che esprime attraverso azioni concrete di rispetto, compassione e generosità. Essa rappresenta anche un modo per testimoniare i valori del Vangelo nel mondo, contribuendo a creare comunità più inclusive e piene di fraternità.
Ritengo sottolineare questi valori che esprimono la maturità e la consapevolezza di una fede vissuta come testimonianza dell’amore di Cristo verso tutti, per annunciare con gioia la concretizzazione di un progetto promosso dalla nostra Caritas diocesana: in collaborazione con Caritas italiana e grazie agli aiuti che sono elargiti attraverso i finanziamenti CEI per la realizzazione del progetto, accoglieremo presso la Colonia San Benedetto in Cetraro 50 bambini provenienti dalla “martoriata Ucraina”, come la definiva Papa Francesco, per un tempo di vacanza, dal 22 luglio al 01 agosto. Il dramma vissuto dai bambini ucraini è profondo e complesso; esso riflette le conseguenze delle vicende belliche che hanno coinvolto l’Ucraina negli ultimi anni. Questi bambini, spesso costretti a lasciare le loro case, affrontano numerosi traumi e sfide che influenzano il loro sviluppo fisico, emotivo e psicologico. Molti di loro hanno perso familiari, amici o l’ambiente di vita a causa dei bombardamenti e dei combattimenti.
Partendo dalle nostre risorse e facendo rete con le Parrocchie del territorio diocesano e le varie associazioni, siamo chiamati a vivere questo tempo con gioia per costruire comunità sempre più fraterne e solidali e per rafforzare il nostro impegno a prenderci cura dei più deboli, sull’esempio di Gesù che si è fatto prossimo per tutti noi. Invito quindi tutti ad avere a cuore questa accoglienza, che è di tutta la nostra diocesi, faccio appello alla vostra disponibilità per offrire a questi bambini un tempo di svago e di gioia.
Nel ringraziare il Signore, la CEI, la Caritas Italiana, la nostra Caritas e tutta la comunità diocesana, vorrei congedarvi con le parole dell’autore della Lettera agli Ebrei: “Non dimenticate l’ospitalità, senza saperlo, alcuni hanno ospitato angeli” (Eb 13,2).
† Stefano Rega, vescovo