L'invito del Vescovo

Giubileo degli operatori della caritas e del volontariato

Sabato 4 ottobre

Carissimi, con l’inizio di questo nuovo anno pastorale, sentiamo forte il bisogno di fermarci un momento per guardare al cammino fatto e lasciarci ispirare da ciò che ci attende. Le esperienze vissute negli ultimi mesi ci hanno ricordato, ancora una volta, quanto sia essenziale tenere vivo il legame tra fede e servizio, tra ascolto e accoglienza. In particolare, desideriamo condividere la ricchezza che è scaturita dall’iniziativa estiva promossa da Caritas Nazionale in collaborazione con la Caritas diocesana che ha visto l’accoglienza di un gruppo di ragazzi ucraini giunti nel nostro territorio. È stata un’esperienza intensa, in cui si è creata una vera comunità di volti, storie, ferite e speranze. Abbiamo toccato con mano quanto l’ospitalità, anche nelle sue forme più semplici, possa diventare luogo di guarigione e rinascita. Questo servizio, nato nel cuore dell’estate, non è stato un evento isolato, ma si inserisce in un cammino più ampio che vede nella Caritas un segno concreto di prossimità evangelica. La continuità con cui si cerca di dare risposta ai bisogni, materiali ma anche umani e spirituali, è il segno che la Chiesa non si limita ad “aiutare”, ma desidera camminare accanto. In questo spirito si colloca anche il prossimo evento giubilare diocesano degli operatori Caritas e delle Associazioni che sostengono il volontariato che si terrà il prossimo 4 ottobre alle ore 10:00 nella Cattedrale di San Marco Argentano.
Rivolgo un invito speciale a tutte le associazioni di volontariato del territorio affinché partecipino con gioia a questo momento di comunione e di grazia. È significativo che tale appuntamento si celebri proprio nel giorno di San Francesco d’Assisi, testimone radicale del Vangelo e icona viva di una carità che si fa vita, scelta, incontro. Le parole di Gesù ci guidano: “Tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me” (Mt 25,40). E ancora: “Date e vi sarà dato: una misura buona, pigiata, colma e traboccante vi sarà versata in grembo” (Lc 6,38). È questa logica del dono, non del possesso, che ci chiama ad agire, a costruire comunità e a seminare speranza. In fondo, come cantava Lucio Dalla “l’aria diventa più buona quando ci si dà una mano”. E in quel gesto semplice, quasi invisibile, si nasconde spesso il seme di un mondo nuovo. Proseguiamo dunque questo cammino con fiducia, sapendo che ogni passo nella carità è già una profezia di futuro.
Il Giubileo sarà un momento di grazia, di incontro e di ringraziamento per tutti coloro che ogni giorno, in silenzio e con dedizione, si mettono al servizio degli altri nelle parrocchie, nelle associazioni, sulle strade, accanto ai poveri, ai malati, agli ultimi.
Papa Leone Magno, parlando della dignità del servizio cristiano, ci ricorda: “Riconosci, o cristiano, la tua dignità; e, reso partecipe della natura divina, non tornare con una condotta indegna alla bassezza antica” (Sermo I in Nativitate Domini).
Il servizio ai fratelli non è solo opera buona, è riflesso della nostra vocazione più alta, quella di essere immagine viva della misericordia di Dio. Questo appuntamento locale vuole inserirsi nel cammino giubilare e sinodale della Chiesa universale, come segno di una comunità che spera, che serve, che cammina con i piccoli. I volontari sono spesso i primi portatori di speranza concreta, là dove la vita è più segnata dalla sofferenza o dall’abbandono. Vi invito quindi a partecipare numerosi, con i vostri gruppi, le vostre realtà associative, i vostri simboli e cuori aperti, per condividere una parola di benedizione e di rinnovata missione.
Nel ringraziarvi fin da ora per tutto ciò che fate, spesso nel nascondimento e nella fatica, affido ciascuno di voi all’intercessione di San Francesco d’Assisi, servo della pace e dell’umiltà.


† Stefano Rega, Vescovo

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