40 anni della fondazione della Piccola Famiglia dell’Annunziata – Bonifati

27-09-2023

Omelia per i 40 anni della fondazione della Piccola Famiglia dell’Annunziata a Bonifati

Carissime sorelle, cari fratelli,
con immensa gratitudine e forte partecipazione spirituale mi rivolgo a voi per dirvi grazie, nel giorno in cui ricordate i 40 anni della fondazione della Piccola Famiglia dell’Annunziata a Bonifati. Mi piace pensare che il significato del nome di questo Paese nella sua duplice traduzione, “buon augurio” (la prima) e “fare del bene” (la seconda), si possa attribuire a voi a motivo della vostra benedetta presenza. Fin da subito, ho percepito la vostra realtà come buon seme che rende feconda la terra della nostra Diocesi, e arricchisce di doni spirituali e umani, i cuori di chi sperimenta la vostra preghiera, la vostra amicizia e la vostra benedizione. Mettendo insieme i due significati dico a voi “buon augurio” Piccola Famiglia dell’Annunziata perchè possiate continuare a “fare del bene”, a realizzare il Regno di Dio collaborando con la preziosità dei doni che avete ricevuto e di cui tutti noi possiamo beneficiare, senza dimenticarci di chi ha ancora il cuore indurito e fatica ad accogliere la bontà e la misericordia di Dio. Voglio riflettere, insieme a voi, anzitutto sul significato dei 40 anni. Un numero importate nella Scrittura. Nella Genesi si legge che il diluvio universale durò 40 giorni e che Noè dovette attendere poi altri 40 giorni prima di scendere dall’arca. A noi cristiani, il diluvio universale fa pensare al battesimo, attraverso il quale l’umanità entra nella nuova creazione inaugurata da Cristo.
Il cammino del popolo nel deserto durò 40 anni. Anche noi cristiani crediamo in un Esodo, una liberazione dalla schiavitù: non dell’Egitto, ma della morte e del peccato. E anche noi crediamo in una terra promessa, che non è una regione di questo mondo, ma il Regno di Dio, regno di amore, di giustizia e di pace.
Dopo 40 giorni di attesa, il popolo d’Israele, ricevette per mano di Mosè le Tavole della Legge nelle quali si è manifestata la gloria di Dio. Anche noi cristiani crediamo in una legge che non sta scritta sulla pietra, in una legge che è la persona stessa di Gesù Cristo, che ci rivela la gloria di Dio e il suo amore per noi.
Nel libro di Giona si racconta come il profeta – dopo esser stato per tre giorni e tre notti nel ventre della balena – si decise a percorrere in lungo e in largo la città di Ninive predicando la conversione del popolo su cui pendeva una minaccia divina di distruzione: “Ancora 40 giorni e Ninive sarà distrutta”. La Quaresima cristiana è il tempo favorevole di conversione, tempo per lasciarsi pungere dalla Parola di Dio e per dare frutti degni di conversione.
Il Vangelo ci dice che Cristo stesso, dopo il battesimo nel Giordano, si ritirò per 40 giorni nel deserto per combattere e vincere per noi le tentazioni del demonio. E furono ancora 40 i giorni nei quali Gesù si mostrò ai discepoli dopo la sua risurrezione, prima di salire al Padre, per effondere lo Spirito Santo sulla sua Chiesa.
Sono trascorsi quarant’anni dalla fondazione della Piccola Famiglia dell’Annunziata e in questi anni avrete certamente sperimentato le stesse prerogative che hanno segnato la storia della salvezza attestata dalla Scrittura. Voi vi inserite nel solco di una storia che il buon Dio ha pensato di scrivere per voi e insieme a voi. In questo modo, è fondamentale saper riconoscere negli anni trascorsi un ininterrotto disegno di amore e tenerezza divina, nel quale la vostra vita, occupa un posto di rilievo. Insieme a voi è bello ricordare tutti i memoriali che il Signore ha celebrato nella vostra comunità, tutte le sorelle e i fratelli che ora sono al cospetto di Dio e godono della sua visione beatifica, le persone che hanno attraversato la soglia della vostra casa, quelli che sono stati custoditi dalla vostra preghiera, senza dimenticarci di nessuno. Nell’Eucaristia che stiamo celebrando portiamo nel nostro cuore il desiderio di ri-cordare, cioè di far risuonare nel cuore il sentimento della gratitudine. I 40 anni che celebrate diventino, così, un punto di partenza e non una semplice meta celebrativa. Un punto di partenza che vi immette su di una strada da percorrere, di una attesa e di un combattimento che può essere anche duro e faticoso, una strada che conosce prove e tentazioni, ma che è ricca delle armi della preghiera, della penitenza e della carità e porta dritta alla splendida meta della vita in Cristo. Vogliamo far memoria del fondatore don Giuseppe Dossetti, al quale esprimiamo la nostra gratitudine per il suo impegno di uomo, di politico e di religioso che ha segnato un lungo periodo della storia italiana e della Chiesa. Un’eredità, quella dossettiana, che avete avuto modo di approfondire nel Giubileo a lui dedicato in occasione del 25° anniversario della sua nascita al Cielo. Non possiamo lasciare inascoltata la parola che Dossetti ha donato alla Chiesa nè possiamo relegare nel dimenticatoio tutto il benessere spirituale e umano che ha manifestato attraverso la sua opera. Il sentimento della gratitudine lo vogliamo esprimere insieme attraverso il ricorso alla Parola di Dio, da lui e da voi messa al centro della vostra regola che anima e realizza la vocazione a voi affidata. Lo facciamo ricorrendo alle parole del Salmo 138: “Ti rendo grazie, Signore, con tutto il cuore: hai ascoltato le parole della mia bocca. A te voglio cantare davanti agli angeli, mi prostro verso il tuo tempio santo. Rendo grazie al tuo nome per la tua fedeltà e la tua misericordia: hai reso la tua promessa più grande di ogni fama”. Non si può fare a meno di riconoscere la misericordia che Dio ha elargito su di voi e continua a manifestare, nonostante le precarietà e le debolezze umane che caratterizzano la nostra missione. Possiamo contare sull’immancabile potenza della Parola di Dio che guida e illumina, fortifica e ammonisce, possiamo contare sulla potenza dell’Eucaristia che alimenta la nostra fede e ci trasforma in offerta. Don Giuseppe Dossetti ha saputo sintetizzare con lungimiranza profetica il ministero di ogni cristiano nell’alleanza indissolubile tra la comunione delle mensa della Parola e dell’Eucaristia. Questo sia il vostro e il nostro più prezioso tesoro da custodire e tramandare. La Parola di Dio ci suggerisce l’atteggiamento dell’obbedienza. Essa non dà all’uomo soltanto il suo vero valore, ma stabilisce anche una parentela spirituale con Gesù che sorpassa di gran lunga i vincoli creati dalla carne e dal sangue, e più in generale tutti quei fattori che creano un’unione secondo un ordine puramente terreno.
Voi siete la “Piccola Famiglia dell’Annunziata”. Avete, anzitutto, una qualità, quella di essere “piccoli”. Il libro di Edra ce lo ricorda facendo memoria del passato di schiavitù del popolo d’Israele deportato a Babilonia. Al suo ritorno, dopo la restaurazione del Tempio e dopo aver sperimentato la prossimità e la cura divina, rileggono la loro storia, a partire da un dato di fatto: la loro piccolezza è servita a Dio per manifestare la sua onnipotenza. Restare “piccoli” è una grazia, sperimentare che “abbiamo solo cinque pani e due pesci” per sfamare una folla intera, è il segreto della vera ricchezza. Lo dice Esdra al popolo d’Israele, lo dice oggi il Signore a voi Piccola Famiglia dell’Annunziata: “Ma ora, per un po’ di tempo, il Signore, nostro Dio ha fatto una grazia: di lasciarci un resto e darci un asili nel suo luogo santo, e così il nostro Dio ha fatto brillare i nostri occhi”.
Siete Famiglia: famiglia che vive nella comunione con Dio, famiglia di discepoli che condividono la sequela del Maestro. Il Vangelo ci offre anche la misura della nobiltà della famiglia di Dio. Essa è frutto di una povertà che relativizza ciò che umanamente è destinato a perire. Per questo motivo Gesù motiva i discepoli a non portare nulla: nè bastone, nè sacca, nè pane, nè denaro, nè due tuniche. La nostra nobiltà nasce dal poter contare su una presenza perenne, quella di Cristo, “tesoro che portiamo nei nostri vasi di creta”.
E’ bello sentirci comunità in missione che accoglie e si lascia accogliere, che annunzia il Vangelo e si lascia plasmare dal Vangelo.
Infine, il segreto mariano: avete un’appartenenza specifica alla Vergine dell’Annunciazione. Maria stessa, la Madre di Gesù, si colloca in rapporto al Figlio come perfetta discepola dentro la sua nuova famiglia. Su questo principio si fonda la vostra vita, risplendente di preziosa povertà evangelica!
Il mio augurio è che la vostra e la nostra vocazione diventi sempre più un prodigioso e affascinante cammino di discepolato affinchè accogliamo con docilità la volontà di Dio e la testimoniamo con coraggio e trasparenza di vita.