Omelia San Michele Arcangelo 29 Settembre 2023 (Malvito e Sangineto)
Carissimi,
l’annuale appuntamento che vede questa comunità parrocchiale in festa per la celebrazione di San Michele Arcangelo, ci porta a considerare con maggiore consapevolezza, la celebrazione eucaristica, “fonte e culmine” della nostra vita di fede. Saluto cordialmente il Parroco, il Sindaco, le autorità presenti e tutti voi, adulti e giovani.
Celebrare è ringraziare: non a caso l’Eucaristia significa proprio rendimento di grazie. Siamo qui, dai più piccoli ai più grandi, per ringraziare per tutti i doni ricevuti in questo tempo di grazia. Ringraziamo il Signore, perché nonostante le precarietà, sono emerse nel cuore delle persone energie di bontà insospettate; anzitutto la possibilità di ritrovare l’unità e la gioia della preghiera insieme. La comunità parrocchiale quando si prepara a solennizzare il Santo Patrono, diventa scuola di preghiera e famiglia dove rinnovare relazioni di bontà vicendevole. Celebrare vuol dire anche accrescere lo spirito di famiglia; riscoprire, in un contesto culturale che tende ad uniformare tutto, la nostra identità personale e comunitaria. Siamo un popolo di fratelli, uniti dalla fede in Gesù Cristo e impegnati, grazie a Lui, a costruire la Chiesa, come fermento che lievita l’umanità e la civiltà dei popoli del mondo.
La tradizione rappresenta l’arcangelo Michele con la spada in mano e con i piedi che calpestano un drago. La storia è costantemente minacciata dal disordine, dalla frammentazione, dalla lotta gli uni contro gli altri, ma tutto ciò̀ non ha l’ultima parola: l’azione dell’Arcangelo Michele e dei suoi angeli è più̀ forte della divisione e del disordine. L’attualità̀ ci mette davanti una società segnata dalle forze della divisione e della discordia: la guerra in Ucraina è segno evidente di un’umanità̀ nella quale sono all’opera le forze irrazionali e oscure della sopraffazione che cercano di imporsi sull’altro, soprattutto sul più̀ debole. Gli angeli, tuttavia, sono presenze discrete e invisibili, ma attivi nell’operare il bene e accompagnare l’umanità̀ su vie di pace; una presenza discreta e silenziosa, spesso invisibile, ma decisiva nel nostro Paese e nelle nostre realtà per operare il bene e guidare i cittadini in una convivenza rispettosa e ordinata. San Michele, come ha illustrato la Parola di Dio, è il combattente esemplare contro il Maligno, contro il disordine morale e contro ogni sorta di divisioni. Egli fa parte degli Arcangeli che sempre la Parola di Dio descrive come adoratori e servitori di Dio, come creature celesti che lottano per la causa di Dio in questo mondo e sono messaggeri dell’Altissimo. Come eterni adoratori di Dio vivono nella gioia del suo servizio. Ci portano la sua vita, la sua pace, lo splendore della sua bellezza, il profumo e la purezza del suo essere divino. Gli angeli, in tutte le loro gerarchie, non sono mai sazi di adorare e di servire Dio. In maniera simile, tutti noi, sollecitati dagli stessi angeli, siamo chiamati a realizzarci nell’adorazione, nella lode e nel servizio del Signore, nell’essere messaggeri e missionari del Padre. La vera medicina delle nostre anime inquiete e disorientate, l’unica che sia capace di sanare le nostre ferite e di liberarci dal male, è lo stare alla presenza di Dio, amandolo e lasciandoci amare nella preghiera dalla sua tenerezza. San Michele Arcangelo come gli altri angeli adoratori di Dio è anche colui che combatte contro il Maligno, rappresentato dal Dragone, simbolo della potenza del male che seduce e devasta la terra (cfr. Ap 12, 7-12). È a capo delle schiere celesti e con esse lotta contro colui che cerca di disgregare la famiglia di Dio, il popolo di coloro che credono in Cristo, per conquistarli al suo dominio e strapparli alla figliolanza. La vita e la storia sono il grande campo di battaglia, dove il demonio combatte contro Dio e contro l’opera di redenzione del suo Figlio. Gli angeli sono i messaggeri della Grazia, gli annunciatori della bellezza di Dio, i testimoni di quell’altrove da cui veniamo e a cui andiamo, quel Paradiso che è la nostra patria. Sono loro che ci fanno stare nella comunione del Padre, del Figlio e dello Spirito; sono loro che ci accompagnano nel cammino verso la patria celeste, che ci aiutano a volerci più fraterni e solidali, a non chiuderci nella solitudine, in una libertà arbitraria, egoistica e individualistica. Sono loro che ci sussurrano di renderci disponibili alla gioia dell’adorazione del Padre, dell’aiuto fraterno, del servizio ai più poveri, all’impegno per la giustizia e la pace. Con il linguaggio forte, tipico dell’Apocalisse, ci viene detto che la vita e la storia sono il grande campo di battaglia, dove lo spirito del male combatte contro Dio, i suoi angeli e i suoi eletti.
“Allora il drago si infuriò contro la donna e se ne andò̀ a far guerra contro il resto della sua discendenza, contro quelli che osservano i comandamenti di Dio e sono in possesso della testimonianza di Gesù̀” (Ap 12,17). Nella interpretazione del testo biblico sappiamo che la Donna è immagine della Vergine Maria, ma raffigura anche la Chiesa investita della missione materna di donare al mondo Gesù̀ Salvatore; il Drago è il persecutore, il divisore. La lotta è una realtà̀ quotidiana, nella vita cristiana: nel nostro cuore, nella nostra vita, nella nostra famiglia, nel nostro popolo, nelle nostre chiese. Se non si lotta, saremo sconfitti. Ma il Signore ha dato questo mestiere principalmente agli angeli: di lottare e vincere. La prima e decisiva lotta contro la forza del Male la dobbiamo sostenere all’interno di noi stessi. La nostra coscienza umana e cristiana diventa molto spesso un campo di battaglia dove il Maligno ci assedia con l’inganno del peccato. Questa lotta spirituale si trasferisce sul campo dei rapporti di coppia, dei rapporti familiari, dei rapporti lavorativi, e persino negli stessi rapporti di amicizia. L’invocazione dell’Arcangelo Michele ci induca a riconoscere e a compiere sempre il bene per noi e per gli altri, a costo di qualunque sacrificio, perché́ il bene verrà̀ sempre ripagato da Dio con il bene. Il Suo nome, “Chi è come Dio?”, ci porta a dare una risposta ovvia: “Nessuno”. Invece molto spesso si sostituisce Dio con gli idoli proposti dal mondo: l’idolo del corpo sano e perfetto, del figlio a tutti i costi e con qualunque mezzo, del denaro facile, del potere ricercato con la corruzione.
Vorrei, al termine di questa riflessione, consegnarvi due immagini che definiscono l’immagine di San Michele Arcangelo e che possono essere utili per ognuno di noi.
- La Bilancia: essa ci aiuti a fare scelte che siano commisurate ai valori della giustizia e della promozione del bene; saremo autentici cristiani, cioè “giusti”, quando metteremo da parte ogni violenza, l’illegalità, l’economia ingiusta, le guerre fratricide, tutto ciò che contrasta la giustizia.
- La Spada: ci chiede di impegnarci per un nuovo modello di società e di chiesa che sia fondato sui valori della solidarietà e che combatta ogni forma di ingiustizia.
Siamo anche noi, come l’Arcangelo Michele adoratori e servitori, lottatori determinati nella battaglia contro il male che c’è nel mondo, in noi e nelle nostre comunità. Siamo messaggeri di Dio, suoi missionari, portatori della fragranza del Vangelo.
Possa l’intercessione di San Michele Arcangelo ottenere a tutti noi lo spirito di comunione solidale e il senso di essere chiesa in cammino. Lo chiediamo con umile fiducia, nella gioia della fede che tutti ci unisce e che ci ha condotto qui a far festa.