Saluto di accoglienza per il Convegno Nazionale e Regionale Catechistico
Scalea 15-18 giugno 2023
Con orgoglio e gratitudine, esprimo un cordiale saluto di benvenuto a tutti voi, carissimi fratelli e sorelle, confratelli vescovi, reverendi sacerdoti, religiosi e religiose, catechisti e catechiste, radunati per il Convegno Nazionale dei Direttori degli uffici Catechistici e Membri delle Equipe Diocesane. L’annuale appuntamento del suddetto ufficio, ricade nel territorio della Diocesi di San Marco Argentano – Scalea, nella cittadina che detiene il secondo titolo territoriale della Diocesi. Quale Vescovo e Pastore, sento di esprimervi il mio più affettuoso e deferente saluto. In modo particolare saluto:
- S.E. Mons. Claudio Maniago, Arcivescovo di Catanzaro-Squillace e Vescovo delegato per l’Annuncio e la Catechesi della Calabria.
- S.E. Mons. Fortunato Morrone, Arcivescovo di Reggio Calabria-Bova e Presidente della Conferenza Episcopale Calabra.
- S.E. Franco Giulio Brambilla, Vescovo di Novara e Presidente CEDAC.
- Mons. Valentino Bulgarelli, Direttore dell’Ufficio Catechistico Nazionale, presbitero dell’arcidiocesi di Bologna, dottore in Teologia Biblica, Preside della Facoltà teologica dell’Emilia Romagna, sottosegretario della Conferenza Episcopale Italiana. Siamo onorati della sua presenza e grati per il suo prezioso lavoro, i cui benefici ricadono sugli Uffici catechistici delle Diocesi italiane.
Ho il piacere di accogliere e salutare gli illustri relatori:
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- Don Andrea Ciucci, presbitero della Diocesi di Milano, attualmente impegnato presso il Pontificio Consiglio per la Famiglia, dove si occupa di comunicazione, progetti culturali e grandi eventi. Insegna “Sociologia e pastorale della famiglia” all’ISSR di Firenze, è coordinatore della sede centrale della Pontificia accademia per la vita e segretario generale della Fondazione vaticana RenAissance per l’etica dell’intelligenza artificiale. Si è occupato per più di vent’anni, in parrocchia e in diocesi, di catechesi e pastorale giovanile, ambiti in cui ha pubblicato diversi articoli e contributi.
- La Prof.ssa Elena Granata, Docente di Urbanistica e Analisi delle città e del territorio presso il Politecnico di Milano. Autrice di libri, saggi e articoli su riviste scientifiche e divulgative. Consulente di istituzioni pubbliche e private nel campo delle politiche urbane e culturali.
- Mons. Antonio Pitta, Docente di Sacra Scrittura presso la Pontifica Università Lateranense di Roma, Professore invitato presso l’Università Gregoriana e l’Istituto Biblico. Uno dei maggiori studiosi delle lettere di San Paolo, ha pubblicato commentari alle lettere ai Galati, Romani, 2Corinzi e Filippesi, oltre che una miniera di pubblicazioni e saggi su riviste bibliche rinomate.
- Don Paolo Mascilongo, Referente per l’Apostolato Biblico della Diocesi di Piacenza-Bobbio, docente di Sacra Scrittura in collaborazione con l’Istituto teologico Collegio Alberoni di Piacenza e l’ISSR Sant’Ilario di Poitiers di Parma. Dal 2012 è membro del gruppo nazionale del Settore Apostolato Biblico della CEI.
- Don Alberto Zanetti, Aiutante di studio dell’Ufficio Catechistico Nazionale, Direttore dell’Ufficio Catechistico della Diocesi di Treviso e autore di un testo dal titolo Iniziazione Cristiana e comunità, edito da Marcianum Press.
- Don Francesco Vanotti, Delegato per la catechesi della Lombardia, presbitero della Diocesi di Como, direttore dell’Ufficio per la Catechesi della sua diocesi, membro del Consiglio di Redazione della rivista Catechesi. Nuova Serie e del Comitato scientifico del Centro di Pedagogia Religiosa Cravotta di Messina.
Un caloroso benvenuto e un saluto cordiale a tutti Voi carissimi amici, direttori, membri dell’equipe e delegati nazionali per la catechesi, radunati per un convegno così importante. Siamo lieti e grati per la Vostra partecipazione a questi nostri incontri annuali, nei quali cerchiamo di promuovere la catechesi e la collaborazione in questo ambito a livello nazionale, studiando le questioni, lo sviluppo e le sfide della catechesi nei nostri diversi ambienti ecclesiali.
Il convegno nazionale quest’anno ci porterà a riflettere sul tema del Kerygma. Papa Francesco nel discorso tenuto ai partecipanti dell’incontro promosso dall’Ufficio Catechistico Nazionale lo scorso 30 gennaio 2021, sottolineava il valore prezioso di questo tempo di riflessione, rimarcando l’utilità di ciò che realizza il suddetto ufficio per favorire “il rinnovamento catechetico dopo il Concilio Vaticano II”. Sul tema del Kerygma, mi sembra particolarmente significativo riprendere e riproporre le tre linee guida suggerite dal Santo Padre.
La prima riguarda il binomio catechesi e Kerygma. Il Papa mette in evidenza l’importanza della catechesi quale “eco della Parola di Dio” e memoria della storia della salvezza. In tale prospettiva la catechesi si configura come un “prendere per mano e accompagnare in questa storia. Suscita un cammino, in cui ciascuno trova un ritmo proprio, perché la vita cristiana non appiattisce né omologa, ma valorizza l’unicità di ogni figlio di Dio”. Annunciare il Kerygma significa mettere al centro la persona di Gesù, non idee astratte e articolate, ma la persona viva di Gesù. In questo senso la catechesi diventa “uno spazio privilegiato per favorire l’incontro personale con Lui”. Il catechista, a cui spetta il compito di annunciare, “è un cristiano che mette la sua memoria a servizio dell’annuncio, non per farsi vedere, non per parlare di sè, ma per parlare di Dio, del suo amore, della sua fedeltà”.
Il secondo aspetto è la coniugazione della catechesi con il futuro. Il Papa esorta a fare tesoro degli insegnamenti del Concilio Vaticano II, con il cuore teso tra memoria e profezia. Si fa memoria per trasmettere con rinnovato entusiasmo, senza rimanere ingabbiati nella logica dell’indietrismo, ma con la capacità di saper leggere i segni dei tempi, nella prospettiva di rilanciare il messaggio del Kerygma nel contesto storico in cui viviamo. Dice a tal riguardo il Papa che “come nel dopo-Concilio la Chiesa italiana è stata pronta e capace nell’accogliere i segni e la sensibilità dei tempi, così anche oggi è chiamata ad offrire una catechesi rinnovata, che ispiri ogni ambito della pastorale: carità, liturgia, famiglia, cultura, vita sociale, economia”.
Terzo punto del discorso del Papa riguarda il rapporto tra catechesi e comunità: “La catechesi e l’annuncio non possono che porre al centro questa dimensione comunitaria. Non è il momento per strategie elitarie. La grande comunità: qual è la grande comunità? Il santo popolo fedele di Dio”. Il valore della comunità si pone in stretta correlazione con una catechesi attenta alle esigenze della persona. Uno stile catechetico improntato sulla figura del Buon Samaritano, come ricorda lo stesso Papa, capace di “farsi prossimo a chi è ferito dalla vita, per fasciarne le piaghe con compassione”. In questo tipo di catechesi, l’annuncio cristiano si realizza a partire dall’attenzione alle situazioni umane di dolore, limite, delusione, sempre però, con rigorosa fedeltà alla Parola di Dio che illumina e fortifica la storia degli uomini e delle donne, e ha come obiettivo quello di accompagnare la conoscenza personale e la particolare progettazione di vita, di educare e approfondire gli interrogativi esistenziali e orientare a leggere cristianamente la vita quotidiana.
Su questi punti delineati dal Santo Padre, si strutturerà il Convegno promosso dall’Ufficio Catechistico Nazionale mettendo in rilievo, nella specificità degli argomenti delineati dai vari relatori, la missione evangelizzatrice della Chiesa che ha la sua origine nell’invito fiducioso che Gesù rivolge ai suoi discepoli: «Andate dunque e ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro ad osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo» (Mt 28,19-20). È pertanto dalla Pasqua che la comunità ecclesiale diventa continuità di Cristo missionario dell’amore del Padre per l’umanità. Questa responsabilità coinvolge tutto il popolo di Dio nella sua dimensione sacerdotale, regale e profetica, nell’armonia tra ministeri e carismi, con la finalità di rivelare e attuare nelle contingenze storiche il regno di Dio, corrispondendo così alla sua vocazione di essere sacramento di salvezza. Il lessico autorevole nella comunicazione del messaggio evangelico è la vita del cristiano, dove s’intrecciano in un tutt’uno parola ed esistenza, criteri e atteggiamenti. L’odierna sensibilità dell’uomo e della donna verso la coerenza del messaggero della buona novella, obbliga la Chiesa a individuare percorsi di evangelizzazione dove siano presenti: competenza, tolleranza, dialogo, confronto, creatività, sinergia e altri valori che garantiscano la disponibilità del missionario all’azione dello Spirito di Dio e toccare significativamente il cuore del destinatario dell’annuncio della salvezza, perché egli si presenta come colui che è stato conquistato dall’amore di Cristo (cfr. Fil 3,12).
Accogliamo con particolare grazia la ricaduta del Convegno Nazionale sui due giorni, il 17 e il 18 di giugno, dedicati al Convegno Catechistico Regionale. Avvertiamo l’urgenza di rinnovare nelle nostre comunità lo stile della catechesi, spinto dall’entusiasmo e dalla creatività suscitata dal Sinodo e dalle proposte che da esso sono sorte. In questo senso il Convegno Regionale sarà un’occasione utile per ascoltarci e interrogarci come comunità ecclesiale sul cammino già vissuto e sulle prospettive che intendiamo intraprendere per favorire uno dimensione ecclesiale aperta alle novità che lo Spirito saprà suggerirci. Affidiamo i nostri cuori e le nostre intenzioni allo Spirito di Sapienza perché susciti in ciascuno di noi la capacità di saper interiorizzare gli insegnamenti che in questi giorni riceveremo in abbondanza, sorretti dalla speranza di saper trovare stili nuovi, orientamenti giusti, parole ispirate, testimonianze credibili, per indirizzare sulla via del bene e annunciare con vitalità il Kerygma della salvezza.