Festa di Maria Ausiliatrice Fagnano Castello

24-05-2024

Pensiero omiletico Festa di Maria Ausiliatrice Fagnano

Carissimi,

la devozione a Maria Ausiliatrice, tanto cara a don Bosco e alla famiglia Salesiana, ci riunisce in questa comunità parrocchiale nel dono della celebrazione eucaristica per rendermici saldi nella fede e operosi nella carità, per un servizio fruttuoso reso a Dio, alla Chiesa e all’uomo, compito che richiede impegno, fede sincera e fiducia nella Divina Provvidenza. Ad essa si innalza la nostra preghiera perché effonda in abbondanza grazie celesti. Ci aiuti la Vergine Maria, qui venerata sotto il titolo di Madonna Ausiliatrice. Attraverso di lei avvertiamo il desiderio di sentirci protetti, amati, custoditi e accolti nel suo cuore di Madre. Saluto il vostro Parroco don Paolo e insieme a lui don Pompeo, i ministranti, la corale, i laici qui presenti, il Signor Sindaco, le autorità civili e militari. Saluto con affetto gli anziani e i malati, ai quali dedico parole di conforto e di incoraggiamento, sentendolo la loro presenza spirituale come un dono che arricchisce e impreziosisce la comunità parrocchiale di quei doni spirituali che sono utili ad edificare il corpo ecclesiale.
La ricorrenza della Festa alla Madonna Ausiliatrice ci lega in un affettuoso ricordo a don Bosco e alla famiglia Salesiana, nella quale la comunità di Fagnano si sente coinvolta per le iniziative pastorali che si ispirano ad una spiritualità largamente diffusa in Italia e nel mondo e che ancora oggi reca frutti di carità cristiana. La devozione di don Bosco e dei Salesiani alla Madonna Ausiliatrice si radica in una storia ormai bicentenaria. Il 24 maggio, memoria liturgica di Santa Maria Ausiliatrice, ha rappresentato per il Santo torinese un giorno speciale. Il grande educatore don Bosco ha affidato alla Madonna la sua opera sacerdotale, rivolgendosi a lei in ogni occasione, soprattutto nelle vicende di precarietà spirituale e materiale. Ai suoi ragazzi, dono che ha reso fecondo il suo ministero, consigliava di rivolgersi alla Vergine Maria in ogni necessità. Resta indelebile la sua preghiera a Maria Ausiliatrice nelle occasioni di scoraggiamento e di grande difficoltà: “E allora incominciamo a fare qualcosa?” diceva alla Vergine. Sapeva riconoscere in Lei la fonte dalla quale invocare il soccorso della carità, della premura e della grazia celeste. Il suo affetto per Maria Ausiliatrice si radica nel dono della vita esemplare di mamma Margherita, donna semplice, mamma affettuosa e generosa, soprattutto nello stile della sua offerta piena e totale ai tanti “figli” che il sacerdote torinese le affidava perché insieme a lui, se ne prendesse cura. La maternità di Maria è il dono più prezioso che ci fa innamorare di Dio. Durante il mese di maggio con l’incanto della natura che si risveglia, con il soffio di una rinnovata primavera che ci offre le bellezze della natura, il popolo cristiano, si affida alla lode e alla supplica della più bella tra le creature. Dovunque si invochi il nome di Cristo, si accende la lode alla Madre. Alle cose belle e sante si torna ben volentieri, senza mai stancarsi. È proprio della bellezza autentica avere incanti sempre nuovi e inesplorati. Così è Maria, la “tutta bella”, la “piena di grazia”: più la si contempla e più essa si disvela nel suo fascino divino e umano; più ci si sofferma a scoprire gli aspetti della sua personalità unica e più si resta abbagliati dalla ricchezza dei suoi doni, dalla testimonianza del suo esempio, dalla preziosità della sua missione. La Parola di Dio che abbiamo ascoltato ci presenta nella Prima Lettura la visione della “donna vestita di sole” e quella del “drago antico” che si contrappongono in una lotta che ci ricorda il percorso della storia umana, segnato dalla ferita del male, ma proteso verso un futuro di vittoriosa salvezza. Tutto il mondo, anche ciò che è sbagliato, può essere compreso solo riferendosi a Dio; perciò, la visione del profeta che intende chiarire il misterioso contrasto tra le forze del bene e del male, ci riporta a contemplare il grande dono che abbiamo ricevuto e che sancisce, una volta per sempre, la vittoria del bene: l’Incarnazione di Gesù Cristo! Non possiamo arrenderci ad una visione pessimistica della storia e della nostra vita. L’Incarnazione del Figlio, resa possibile grazie alla docilità di Maria, ci conferma che siamo inseriti in uno straordinario disegno salvifico, nel quale non possiamo estirpare del tutto il male della zizzania, ma possiamo collaborare a rendere più visibile il bene del grano che troverà sempre un terreno buono dove poter crescere e maturare. Lo sguardo del profeta dell’Apocalisse si rivolge primariamente al Redentore del mondo, per poter poi sostenere il tremendo assalto del drago. La donna irradiata di luce è certamente l’immagine della Chiesa che vive della Luce del Risorto, ma non possiamo trascurarne una lettura mariana. Da Maria è nato il bambino che il drago tenta di divorare. Non vi riesce perché Dio interviene, lo salva collocandolo sul trono della sua gloria. La lettura ecclesiale della donna vestita di sole ci porta a vedere nella Chiesa la Madre che genera figli per la vita eterna. Anche noi siamo stati generati nel grembo del battesimo per una vita che non finisce. Purificati dal peccato originale, siamo chiamati, nella comunione ecclesiale, a generare Cristo nella nostra vita. Lo stesso Gesù ci chiede di farlo quando si rivolge a ciascuno di noi, come lo ha fatto alle folle del suo tempo, chiedendoci di generarlo nel fare la sua volontà. Questo sia il desiderio di ogni comunità: generare Gesù imparando a fare la sua volontà. Faremo la sua volontà superando la tentazione del rigidismo che spesso ci arresta nei nostri schemi autoreferenziali e ci blocca nei recinti di programmi troppo umani. Ce lo ricorda San Paolo quando dice che “Gesù è nato sotto la Legge per riscattare quelli che sono sotto la legge”. Non si vuole abolire ogni norma né declinare l’impegno all’osservanza di ciò che ci viene offerto per darci una regola valida per sé e per gli altri, ma significa superare la mentalità legalista e farisaica che non ci consente di aprirci alla novità dello Spirito e al dono prezioso della Misericordia che è il compimento della Legge. La novità dell’amore è testimoniata dal vino nuovo delle nozze di Cana che segna l’inizio della missione di Gesù e dei segni del Regno. La madre di Gesù si accorge che è finito il vino e preoccupata dell’imbarazzo in cui si sarebbero trovati gli sposi e le loro famiglie dice al Figlio: “Non hanno più vino”. Con queste parole che non si trattano di una semplice constatazione, Maria dice a Gesù di intervenire per porre rimedio. E sa che può farlo perché conosce la sua identità. La risposta del Figlio sembrerebbe un rifiuto dal momento che Gesù non la chiama madre, ma “donna”. Sappiamo, tuttavia, che nella cultura ebraica “donna” equivale all’appellativo di “signora”. Così come il “non essere giunta la mia ora”, non è un’attestazione di irriverenza, ma desiderio di pienezza in vista dell’ora della croce, quando la “donna” delle Nozze sarà la stessa donna che contemplando il Figlio morente, si dona alla maternità estesa a tutta la Chiesa. Maria ci fa scoprire il segreto per dare pienezza di senso alla nostra vita: contemplare Gesù in noi e imparare ad ascoltare nel nostro cuore la voce di Maria che ci suggerisce di “fare quello che Lui ci dirà”. In una cultura che ci impone una vita frenetica e poco dedicata alla riflessione, siamo chiamati ad imparare l’arte del discernimento; e Maria è icona del discernimento. Nel silenzio del suo cuore ha meditato i prodigi che vedeva manifestarsi nelle azioni di Gesù. Nel silenzio del cuore possiamo fare esperienza dell’ascolto della Parola di Dio che ci invita a fare tesoro di ogni occasione che la vita ci riserva come spazio che Dio si ritaglia per rendersi visibile e disponibile alle nostre esigenze. Quando ci mancherà il vino della gioia, rivolgiamo il nostro cuore alla Vergine Santa, che saprà implorare dal Figlio vino nuovo. Maria Ausiliatrice che invochiamo come nostro sostegno nelle lotte contro il male, ci chiede di risvegliare in noi un nuovo fervore di vita cristiana. Possa la sua intercessione aiutarci a crescere nel nostro impegno di seguaci autentici di Cristo, fuori da ogni facile compromesso di ogni indegno patteggiamento con il male che ci tenta da più parti. Ancora e sempre, Maria ci guidi a Cristo. Ancora e sempre, la devozione a Maria ci porti a scegliere Gesù e il suo Vangelo, vissuto in pienezza. Ancora e sempre, la luce di Maria illumini le nostre comunità, la nostra Diocesi, con lo splendore dello Spirito che rimane nella Chiesa per animare cristianamente tutte le cose, la nostra vita, il mondo intero. Amen.