Fraternità di Emmaus

01-08-2024

Omelia Fraternità di Emmaus

Carissimi,
celebriamo il dono dell’Eucaristia esprimendo sentimenti di bontà e di amicizia, di pace e di giustizia, e con l’impegno e la fatica di rinnovare il desiderio di far crescere la fraternità, nella quale poter incontrare il Signore e attraverso la quale diventiamo testimoni del suo amore. Non dimentichiamo le parole di Gesù che rivolse ai suoi discepoli e che vogliamo accogliere come invito personale: “Da come vi amerete riconosceranno che siete miei discepoli”. L’amore è ciò che animala Fraternità di Emmaus, il suo stile di accompagnamento delle coppie di giovani sposi, degli adolescenti e di chi si trova in discernimento vocazionale. Questa esigenza di amore la avvertiamo nella quotidianità. Sentiamo la necessità di essere amati, compresi, accolti, esauditi, riconosciuti e perdonati. Allo stesso modo dobbiamo imparare a sentire il bisogno altrui di essere amati, perdonati e accolti. Con maggiore intensità e impegno. Il di più dell’amore non sarà mai nostro, ma del nostro prossimo. È a loro che il Signore ci chiede di dedicare le nostre forze, le fatiche, i desideri di bene, i progetti pastorali, la sfida educativa. Quest’ultima, a voi della Fraternità di Emmaus, sta particolarmente a cuore. Il vostro impegno e l’entusiasmo che trasmettete possano essere custoditi e rinvigoriti da un abbondante effusione di Spirito perché vi indichi la via da seguire, vi sostenga nel momento del bisogno, vi incoraggi a scommettere sulle promesse di fedeltà che Dio non farà venire meno. Con questi sentimenti vogliamo accogliere il dono prezioso della Parola di Dio, e come ai discepoli di Emmaus, chiediamo che ci venga “svelato il senso delle Scritture”. Vorrei suggerire un primo messaggio che colgo dalla Prima lettura tratta dal libro di Giona. Il breve e intenso racconto della compassione di Dio nei confronti di Giona, ci mostra una caratteristica fondamentale che aiuta a realizzare la propria vocazione. La storia del profeta è utile per comprendere tre fattori di vitale importanza:
Dio non si scoraggia di fronte alle resistenze dell’uomo: muta la sua ira nei confronti di Niniviti in desiderio di salvezza. Così la certezza della misericordia di Dio è imbarazzante perché sovverte la razionalità umana;
Non possiamo tirarci indietro di fronte alla missione affidataci. Giona più volte tenta la fuga, sperimentando persino il pericolo di una morte in mare dopo essere stato fagocitato dalla balena. Eppure, Dio gli concede una seconda possibilità dalla quale non può tirarsi indietro. Il profeta deve a tutti i costi annunciare il perdono dei peccati. Questo ci fa capire che la caparbietà divina è di gran lunga superiore alle resistenze umane;
Il Dio in cui crediamo è colui che dona sempre una “seconda possibilità”. Come con Giona, così per ogni uomo dal cuore indurito, vi è sempre una seconda
possibilità di potersi riconciliare con Lui e offrirsi nelle sue mani per cooperare al suo disegno salvifico.
Una semplice pianta di ricino consente a Giona di rinfrescarsi alla sua ombra e gli offre riparo dalla calura del sole. Quante piante di ricino il Signore ha piantato per noi! Attraverso la semplice immagine di una pianta, siamo aiutati dalla storia di Giona a far memoria di tutte le circostanze in cui il riparo è stato offerto a noi provvidenzialmente e gratuitamente. La nostra vita possa diventare un dono di riparo per il fratello che il Signore ci pone accanto a nostra custodia.
La tenerezza di Dio è la sintesi del messaggio della Preghiera del Padre Nostro che Gesù consegna ai suoi discepoli e ai discepoli di ogni tempo. In essa sentiamo tutto l’amore di Dio che è nostro
Padre e attraverso di essa noi figli siamo posti dinanzi al volto misericordioso di un Padre che ci ascolta, ci sfama con il pane quotidiano e ci orienta ad una vita piena di carità e di compassione. La preghiera del Padre nostro ci svela il senso della nostra vocazione che in definitiva, si traduce nell’arte dell’imparare a lasciarci crocifiggere per dare la vita. L’amore Cristiano ha la misura duplice della croce: l’asse verticale che ci unisce e ci collega al Padre celeste, l’asse orizzontale che impegna a dedicarci ai nostri fratelli. ​Come nella storia di Giona, nella preghiera del Padre nostro si intersecano la richiesta dell’uomo a Dio di essere perdonati e l’impegno ad imparare a perdonare. Il Signore che è buono e misericordioso ed è quindi sempre disponibile al perdono, incoraggia i suoi figli a fare del suo perdono un dono da non tenersi per sé, ma a consegnarlo nelle mani degli altri, con la stessa gratuità con la quale si accoglie dal Cielo. Cara fraternità di Emmaus, a me e a voi. l’impegno ad un sano discernimento che ci porti a riconsiderare la preghiera che Gesù ha insegnato ai suoi discepoli come la carta di identità che animi la nostra vita. Ci rivolgiamo al Padre misericordioso con la fiducia di accogliere il suo amore che redime, perdona, purifica e risana. A Lui chiediamo la grazia di saldare le giunture dei rapporti incrinati, impegnandoci ad una vita di fede seria ed efficace, capace di trasmettere con l’esempio e poi con le parole, l’amore che Dio dona a tutti indistintamente e con la stessa misura. Questi sentimenti li eleviamo a Lui, portandoli come offerta nel dono dell’Eucaristia che fa nascere e fa crescere la nostra fraternità. Amen