Messaggio in occasione della Giornata Mondiale di Preghiera per la santificazione sacerdotale
Carissimi,
la Giornata Mondiale di Preghiera per la santificazione sacerdotale, offre l’occasione propizia per riflettere sul sacerdozio ministeriale e per ringraziare insieme il Signore per la grazia ricevuta con l’imposizione delle mani nel giorno della nostra ordinazione, riconoscendo che ciò che siamo lo si deve non per i nostri meriti, ma per l’abbondanza della sua misericordia. Vorrei, pertanto, sottolineare alcune sollecitazioni utili, in questo giorno a noi caro, che possiamo trarre dalla lettera che Papa Francesco, lo scorso 2 Maggio, ha indirizzato ai Parroci.
Servizio e impegno insostituibili
Papa Francesco ricorda che “la Chiesa non potrebbe andare avanti senza il vostro impegno e servizio”. Quanto sono vere queste parole, colme di quella gratitudine che esprimo a tutti voi, miei cari sacerdoti! Posso dare testimonianza, visitando i luoghi del vostro servizio, della concretezza e dell’affabilità del vostro ministero, portato avanti con passione, zelo, cura, abnegazione, coraggio e determinazione. Per questo vi esprimo la mia gratitudine, garantendovi sempre sostegno, preghiera, coraggio e vicinanza.
Unico ministero, diversità di luoghi
Siamo uniti dalla vocazione sacerdotale che ci rende famiglia. Il presbiterio è il luogo dove possiamo rinnovare la nostra comunione, è palestra di umanità, casa di ospitalità, luogo di fraternità e di condivisione, uniti a Cristo nel servizio che rendiamo a Dio e alla sua Chiesa. Ognuno di voi vive la sua missione in luoghi diversi, abita spazi dove le necessità sono differenti. In tutte le parrocchie sperimentate la gioia dell’annuncio, vivete la paternità spirituale e la solidarietà con la gente. Nel mio cuore sperimento tanta gioia quando sento parlare bene dei miei sacerdoti, attorniati dalla cura di persone che ancora conservano rispetto e piena fiducia nei presbiteri. Vi esorto a rinnovare sempre di più con vitalità evangelica la vicinanza al Popolo di Dio, accogliendo – come ci ricorda il Papa – “le sue fatiche e le sue gioie, i suoi bisogni e le sue ricchezze. Per questo una chiesa sinodale ha bisogno di Parroci: senza di loro non potremo mai imparare a camminare insieme, non potremo mai intraprendere quel cammino della sinodalità che è il cammino che Dio si aspetta dalla Chiesa del terzo millennio”.
Sacerdoti in una Chiesa missionaria
Prodigarsi per la missione è il compito principale che vogliamo portare avanti in questo tempo segnato dalla disaffezione ai valori cristiani e da un indifferentismo sempre più pronunciato circa la fede cristiana. Chiediamo al Signore di essere “creativi nello Spirito” per rinnovare i nostri linguaggi, per adottare uno stile persuasivo, capace di intercettare i desideri di bene presenti nei cuori di ogni uomo, con quella particolare attenzione che si deve alle nuove generazioni. Tanti sacerdoti dedicano ai giovani gran parte del loro tempo, spendono le loro energie e le risorse, prodigandosi in una pastorale di cura, pervasa dall’impegno educativo che miri ad accompagnare, custodire e plasmare le coscienze per una sana e matura crescita della persona. Sovente l’impegno profuso non si adegua ai risultati e agli obiettivi preposti, siamo consapevoli di avere una sola pecora nel recinto, mentre le altre novantanove sono fuori e attendono di essere incontrate, accolte, ascoltate, e ricondotte all’ovile: ciò non diventi causa resa e di abbandono, ma di stimolo per rilanciare il nostro apostolato. Lo stile missionario esprime l’identità di una Chiesa in uscita che coinvolge tutti in un lento processo di trasformazione spirituale; sperimenteremo che “colui che ci ha chiamati e consacrati – ricorda il Papa – ci invita a metterci in ascolto della voce del suo Spirito e a muoverci nella direzione che ci indica”.
Sacerdoti in una Chiesa carismatica
Lo Spirito Santo, anima della nostra vocazione e missione presbiterale, saprà suscitare nel cuore di ogni fratello e sorella che incontriamo i doni e i carismi da condividere con sapienza per l’edificazione favorevole del Regno di Dio nel mondo. La pastorale della cura e del discernimento ci abilita a “scoprire, incoraggiare e valorizzare con senso di fede i carismi, sia umili che eccelsi, che sotto molteplici forme sono concessi ai laici…sperimentando la gioia di una paternità che non primeggia, bensì fa emergere negli altri, uomini e donne, tante potenzialità preziose”.
Sacerdoti della comunione
La fraternità sacerdotale che curiamo nel nostro presbiterio è espressione dell’autenticità della vocazione. Quanto più si è uomini di comunione e di fraternità, tanto più sapremo testimoniare la gioia del Vangelo. Il Papa ci ricorda, inoltre, di valorizzare la fraternità nelle Parrocchie, permettendo a tutti di sentirsi accolti, custoditi, valorizzati, accompagnati. Nella lettera indirizzata ai parroci il Papa ricorda che “non possiamo essere autentici padri se non siamo anzitutto figli e fratelli. E non siamo in grado di suscitare la comunione e partecipazione nelle comunità a noi affidate se prima di tutto non le viviamo tra di noi”. La mia vicinanza alla vita pastorale e l’attenzione ai vostri bisogni, esprimono un vivo desiderio di curare le relazioni con ciascuno di voi, con l’affetto di un Padre e la guida attenta del Pastore.
Al cuore di Gesù
Vi affido al Cuore castissimo di Gesù, perché ravvivi in ciascuno la grazia dell’ordinazione presbiterale. Egli conosce il nostro cuore, lo custodisce perché non prevalgano gli scoraggiamenti e non si affievolisca la fiamma dell’entusiasmo. Abbiamo bisogno dell’amore di Gesù e della sua consolazione per non disperdere le fatiche e per distribuire a tutti segni di pace e di speranza. Cresca in noi il desiderio di fraternità, nella certezza della presenza dello Spirito Santo che guida i sacerdoti a diventare sempre più testimoni e annunciatori di speranza evangelica.
San Marco Argentano
07/06/2024
+ Stefano, Vescovo