Carissimi,
mentre eleviamo incessante la nostra preghiera quotidiana per la salute del nostro amato Papa Francesco, rivolgo a tutti i pellegrini la mia paterna benedizione in occasione del viaggio giubilare a Roma della nostra Chiesa di San Marco Argentano-Scalea del 15 marzo p.v.
Esprimo una gioia sincera per voi Pellegrini di Speranza perché avete accolto l’invito a partecipare a questo evento di grazia ecclesiale. Il mio augurio è che possiate vivere con gioia e fede il pellegrinaggio; possiate sperimentare nei vostri cuori la certezza di incontrare il Signore Gesù che vi precede a Roma, nel contesto unico di una città che sa armonizzare storia, bellezza, spiritualità e sa trasmettere la testimonianza dell’universalità ecclesiale.
Varcheremo insieme la Porta Santa, non da soli, ma insieme! Non nutriamo in noi altro sentimento, se non quello di costruire una chiesa diocesana fondata sulla comunione. Quanto mi sta a cuore la comunione fraterna! Potrebbe essere più semplice varcare la Porta Santa da soli, ma lo faremo insieme perché accettiamo la sfida della fraternità. In tempi in cui sperimentiamo guerre e divisioni, la Chiesa si assume l’onere di rispondere con l’amore alla violenza, con la pace alla divisione, camminando insieme anche a fatica, e varcando la Porta Santa del Cuore di Cristo che accoglie senza esclusione. Entreremo nel suo Cuore per sperimentare il dono della Misericordia e per favorire con le nostre scelte evangeliche percorsi di fraternità e di solidarietà.
Avremo la gioia di sostare sulla tomba dell’apostolo Pietro, per essere da Lui confermati nella Fede; accoglieremo con docilità di cuore la Parola di Dio e celebreremo l’Eucaristia, condividendo lo stesso Pane con tanti fratelli e sorelle, che come noi, si sono messi in cammino dalle loro Diocesi per celebrare il Giubileo della Speranza.
Carissimi, all’entusiasmo del pellegrinaggio, segue il ritorno nella quotidianità, contrassegnato dalla fase della normalità e della narrazione dell’esperienza vissuta. La conseguenza del pellegrinaggio è quella di “cambiare” la sorte della prostra vita. Il ritorno alla vita ordinaria diventa il banco di prova del cammino svolto. Tornando alle cose di sempre, alle relazioni interpersonali nella famiglia, alle scelte della vita di ogni giorno, desideriamo sentirci protagonisti di una storia rinnovata dall’amore di Dio, disponibili a trasformare e interpretare l’ordinario in modo straordinario, pronti a spenderci con coraggio per l’annuncio del vangelo e la costruzione di un mondo nuovo.
Mettiamoci in cammino verso Roma, in fretta come Maria, Pellegrini di quella Speranza che non deluderà mai.
San Marco Argentano, 10 marzo 2025
† Stefano Rega