Santa Messa Visitazione di Maria

Omelia del vescovo mons. Stefano Rega
31-05-2023

Carissimi,

il mese di maggio che la devozione popolare cristiana vuole dedicato in particolare al culto della Madre di Dio si chiude con la festa liturgica che ricorda il secondo “mistero gaudioso”: la Visitazione. Maria vergine andò sollecita dalla cugina Elisabetta per offrire i servizi che una giovane donna può compiere per una donna anziana che attende di diventare madre. Maria fu pure mossa dal desiderio di comunicare alla cugina la gioia che essa provava per la «meraviglia» operata in lei dal Signore. Questa sera ci troviamo riuniti come Forania di San Marco – Argentano nella Basilica dedicata alla Madonna del Pettoruto, per la conclusione del mese mariano e per pregare, come indicato dalla Conferenza Episcopale Italiana, nei Santuari mariani affidando alla Vergine Santa i lavori della XVI Assemblea Generale Ordinaria dei Sinodo dei Vescovi, affinché siano vissuti come tempo favorevole per ascoltare la voce dello Spirito, crescere nella comunione e camminare insieme. Ci uniamo nella condivisione della preghiera alla Forania di Belvedere che si ritroverà presso il Santuario della Madonna di Monte Serra in Cetraro e alla Forania di Scalea che pregherà presso il Santuario della Madonna della Grotta in Praia a Mare. Le distanze fisiche sono azzerate dallo Spirito che ci tiene stretti nel vincolo di un amore unico e indiviso. Saluto e ringrazio i sacerdoti delle tre foranie, le suore, i religiosi, i laici, la corale del Pettoruto, e tutti coloro i quali si uniscono spiritualmente in preghiera. Ci affidiamo alla Parola di Dio che l’umile figlia di Sion ha accolto, celebrato e vissuto nella sua vita, per comprendere quale sia il nostro compito e lo spazio che ci vede protagonisti attivi e collaboratori instancabili per diffondere il Vangelo, riconoscendo la varietà e la validità dei carismi che lo Spirito Santo suscita in ciascuno di noi. Non può mancare il riferimento alla gioia che deve qualificare la nostra vita di fede. Nel mese di maggio la gioia sembra rifiorire insieme alla rinascita della natura primaverile. La recita del Rosario ha scandito i giorni della vita pastorale nelle nostre comunità, nelle famiglie, nei rioni e nei quartieri dove sono state vissute veglie mariane e animazioni liturgiche che hanno posto al centro la devozione a Maria. Vorrei sottolineare la preziosa preghiera del Rosario nella Cattedrale, lungo tutto il mese di Maggio, per chiedere a Dio, attraverso l’intercessione della Vergine, il dono di nuove e sante vocazioni al sacerdozio e alla vita consacrata. Incoraggiamo a continuare la tradizionale e sempre rinnovata preghiera del Rosario per comprendere e interiorizzare i misteri della vita di Gesù. La Visitazione di Maria è una festa che ci immette in una gioia sconfinata, simile a quella profetizzata da Sofonia nella Prima Lettura, che si apre come un vero e proprio inno alla gioia: “Rallégrati, figlia di Sion, grida di gioia, Israele, esulta e acclama con tutto il cuore, figlia di Gerusalemme!”. Il popolo di Israele stava attraversando il tempo dell’abbandono e dell’esilio. In un contesto che evoca il pensiero della morte, Israele avverte la presenza viva e concreta di Dio che si manifesta attraverso le parole del Profeta, annunciando il tempo favorevole della grazia divina, in cui la condanna per il peccato, di cui l’esilio è la naturale conseguenza, verranno cancellati per sempre. L’invito del profeta è quello di gioire perché il Signore fa visita e porta con sé una rinnovata speranza di pace e serenità. Sull’esempio di Sofonia e di tutti i profeti, siamo chiamati ad assolvere al compito di annunciare un tempo favorevole, in cui sperimentare il perdono di Dio, il suo amore misericordioso, il desiderio di incontrarci e di riabbaiarci per ridonarci la dignità di dimorare nel suo cuore. Nel mese di maggio abbiamo rinnovato il nostro incontro con Maria, sperimentando la sua potente intercessione materna. Per questo sentiamo il nostro cuore colmo di gioia e di gratitudine, con la speranza – che si fa appello per me e per tutti voi – di non lasciare terminare questo periodo senza contemplare, interiorizzare e testimoniare le virtù esemplari della Vergine Maria, Madre di Dio e Madre nostra. Lo scorrere dei giorni di maggio ci ha mostrato il valore prezioso di una preghiera che richiede costanza e fatica. Non possiamo esimerci dal compito primario che spetta a noi cristiani, quello cioè di pregare ed intercedere, con amore e fiducia, con zelo e fervore. La vita cristiana richiede sforzo, energie, coraggio, talora egoismo. La tradizione vuole che la città di Giuda, alla quale fa riferimento il Vangelo di Luca, sia Ain-Karim, distante da Nazaret circa 150 km. Un percorso lungo che attraversava tutta la terra promessa e che passava per Gerusalemme. Maria intraprende il suo viaggio non perché curiosa di sapere se le promesse di Dio fossero vere. Maria si mette in viaggio perché ormai ha deciso quale sia la sua missione: “Eccomi sono la serva del Signore!”. Lei si professa la serva del Signore: la sua vita è interamente consacrata alla volontà di Dio. Per questo non conserva nulla per sé, ma ripone tutto nelle mani di Dio ed accetta di eseguire quanto Lui ha disposto. L’Arcangelo le ha parlato di una cugina, Elisabetta. Per Maria, visitare la cugina Elisabetta e mettersi a sua disposizione, è il primo atto da compiere come serva di Dio. Senza altri tentennamenti si mette in viaggio. Non sarà l’ultimo suo viaggio, ne farà tanti altri, ma quella della Visitazione è il più suggestivo perché in esso assapora la gioia della maternità. Si avvia, meditando il mistero di Dio sulle strade polverose della Giudea per raggiungere Gerusalemme e di lì proseguire verso la casa di Elisabetta. Non si può restare chiusi in noi stessi per dedicarci ad una contemplazione solitaria della nostra chiamata. Occorre muoversi, mettersi in cammino e farlo insieme, come ci ricorda la parola “sinodo”: camminare insieme, sulla stessa strada. In alcune circostanze essa si farà piena di polvere, ci chiederà di soprarci le mani e i piedi, ci chiederà di assecondare le insidie e le tentazioni della resa, ci fornirà vie alternative che sanno di proposte inconsistenti e che spesso conducono alla perdizione. Lungo la strada della Palestina, pur ammirando le cose consuete, quanto più avanza il cammino tanto più in Maria aumenta la gioia. È la presenza del Figlio nel grembo che genera in Lei una gioia che la riempie di giubilo. Nel nostro cuore pieno di sentimenti, in cui si alternano gioie e dolori, desideri vani e passeggeri, non manchi la presenza di Dio. Chi ci incontra possa fare esperienza di un uomo e di una donna che recano qualcosa di unico e straordinario: l’Emmanuele, il Dio con noi, il Dio in noi! Ne fanno esperienza Elisabetta e Giovanni nel grembo, quando vedono arrivare Maria in casa con il dono di Gesù che innesca la festa della gioia. Ancora oggi si fa esperienza della fatica di poter condividere la gioia cristiana; l’uomo, spesso indaffarato e stanco per il lungo cammino nella ricerca dei beni del mondo, non si accorge del Signore che passa lungo le strade. A volte ha le sembianze del povero, dello straniero, dell’esule, dell’emarginato. Anche oggi è Maria a portare a noi suo Figlio per le strade del mondo, invitando la gente ad accoglierlo e a riconoscerlo come l’unico Salvatore. In questo incontro fruttuoso ha inizio la gioia della festa che il Signore ci concede di vivere in un tempo proficuo per la nostra chiesa diocesana, per la chiesa tutta. Il tempo del Sinodo ha incentivato una lunga riflessione nelle varie fasi in cui l’abbiamo vissuto, nei cantieri che sono stati attivati. La sinodalità diventi lo stile di una chiesa che si rinnova alla sequela del Risorto che si presenta come viandante. Come ai discepoli di Emmaus, cammina con noi, fa cena con noi, desidera restare con noi. Con questi sentimenti vogliamo chiedere al Signore il dono di saper custodire quanto è stato seminato nel mese di maggio. Esso non finisce perché continua su di noi il sorriso di Maria, fatto di sante ispirazioni, di potente tutela, di incessante intercessione; perché continua la nostra filiale relazione con Lei, il nostro bisogno di aiuto, di consiglio e di sostegno. Il mese di maggio continua perché non è finita la nostra preghiera a Lei, il nostro sforzo di imitazione. Rinnoviamo la nostra consacrazione al suo cuore immacolato e affidiamo il cammino sinodale della Chiesa a Lei, nella fiduciosa speranza che ci sorregge e ci conduce a Cristo, fonte di ogni santità, origine di ogni bene, meta di ogni progresso. Amen.