Ac, un incontro a Scalea sulla dignità della donna

Il gruppo adulti dell’Azione cattolica della parrocchia San Giuseppe Lavoratore di Scalea ha promosso, lunedì 9 gennaio, un incontro dal tema “La dignità della donna. Consapevolezza del protagonismo femminile a Scalea”. Il parroco Mons. Cono Araugio, nei saluti iniziali, ha stimolato l’esigenza di una maggiore consapevolezza del protagonismo delle donne anche all’interno della Chiesa, misura di un laicato femminile formato e competente. Presente il sindaco di Scalea, l‘avv. Giacomo Perrotta, il vicesindaco Annalisa Alfano, l’assessore Adelina Carrozzini ed i consiglieri di maggioranza Maria Teresa Faillace e Gennarino Di Lorenzo.
Anna Maradei, responsabile del gruppo adulti di Ac della parrocchia ha introdotto il tema dell’iniziativa partendo da alcune figure femminili emblema della dignità della donna: da Masha Amini, l’iraniana uccisa per non aver indossato il velo ad Armida Barelli, cofondatrice dell’Università Cattolica del Sacro cuore e promotrice della Gioventù femminile di Azione Cattolica.
La sociologa Stefania Cantisani, che per anni ha operato a servizio del territorio di Scalea e dell’alto Tirreno cosentino come dirigente Asp, ha focalizzato l’attenzione prima sulle leggi che hanno stimolato un nuovo protagonismo della donna, dal diritto di voto alle conquiste lavorative e familiari; poi ha riportato l’esperienza di diversi progetti messi in campo negli anni scorsi a Scalea e che hanno coinvolto donne ed associazioni di volontariato.
Di particolare interesse, poi le testimonianze del vicesindaco Annalisa Alfano di donna, madre e moglie impegnata in politica; dell’assessore Carrozzini come giovane alle prese con l’impegno dell’amministrazione comunale; della Consigliera Faillace da anni impegnata in Azione Cattolica. E ancora della presidente del Centro Donna Giuseppina D’Amante, la ex presidente e Angela Russo, promotrice di un gruppo di lettura presso la Biblioteca comunale. Infine, la testimonianza di una mamma coraggio, costretta a lasciare Scalea per assicurare maggiori opportunità al figlio disabile.

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