4 marzo 2023

Discorso del Sindaco Mariotti

San Marco Argentano

Eccellenza Reverendissima,
porgo a Voi, alle autorità religiose, civili e militari, il saluto della cittadinanza e il mio personale.
San Marco, <<Città del Guiscardo>>, ha una storia antica e interessante.
La Diocesi di San Marco ha una storia lunga e affascinante, che ci riporta intorno alla metà del secolo XI.
L’Evangelista era il santo al quale era devoto Roberto il Guiscardo, il quale chiamò Marco il suo primogenito, quel Marco Boemondo I d’Altavilla o di Antiochia, che fu uno dei comandanti della prima crociata, nato quando il Guiscardo abitava in questa città.
Sappiamo che la Diocesi è sorta in età normanna, e che ha sostituito quella di Malvito.
Nel 1065 la regione di San Marco rientrava ancora nella diocesi di Malvito, dal cui vescovo il Guiscardo ha comprato i diritti sul territorio in cui ha fondato l’abbazia della Matina.
Nei secoli, la cattedra ha visto succedersi vescovi di vario genere.
Gli studiosi naturalmente considerano i presuli celebri per posizione sociale e dottrina, quali Coriolano Martirano e Guglielmo Sirleto.
Altri furono insigni per pietà. Oggi solo gli storici ne ricordano nomi; ai loro tempi, però, furono molto cari ai fedeli, che ricevettero i benefici della loro generosità.
Altri ancora si sono impegnati a curare la formazione dei religiosi. San Marco è da secoli sede di un Seminario, autentico faro di cultura e di aggregazione, che ha accolto giovani che si sono affermati non solo nella Chiesa, ma anche nelle professioni civili.
Non sono mancate le figure pittoresche, che riflettevano aspetti del loro mondo e del loro tempo. Nelle Relationes ad limina di alcuni di loro leggiamo quadri imprescindibili per ricostruire la vita della città, della sua popolazione e della sua cultura.
Dei Vostri predecessori più recenti, impossibile dimenticare monsignor Agostino Ernesto Castrillo, anch’egli proveniente dal casertano. Alla sua causa di beatificazione contiamo darete nuovo impulso e un fattivo contributo.
Un pensiero grato rivolgo ai compianti monsignor Luigi Rinaldi, anch’egli Vostro conterraneo, e monsignor Domenico Crusco, per lunghi anni instancabile rettore del Seminario, nonché al caro monsignor Augusto Lauro, quasi centenario, il quale è ancora oggi cittadino di San Marco.
E, per venire al periodo più vicino, mi preme ricordare la figura dolce e discreta di monsignor Leonardo Bonanno, che ringrazio vivamente e affettuosamente per le tante opere belle e per il lavoro che ha svolto in un periodo molto difficile.
San Marco è una città abitata da gente laboriosa e solidale, che ha sempre affrontato i momenti di difficoltà con coraggio e con spirito di generosità e di altruismo.
Gente onesta, buona e religiosa, legata al culto della Madonna del Pettoruto, di s. Francesco da Paola, che proprio in questi luoghi ha trascorso l’anno del famulatus, di sant’Antonio da Padova, di s. Marco Evangelista.
La Diocesi di San Marco Argentano – Scalea, a Voi affidata, comprende 32 comuni.
Oggi, il sindaco di Scalea e io, abbiamo il privilegio e l’onore di porgervi il saluto anche a nome degli altri sindaci, tutti presenti a questa solenne cerimonia, per dimostrarvi il loro affetto e offrirvi, in segno di amicizia, due doni dall’elevato valore simbolico: un calice e una pisside.
Nel vasto territorio della Diocesi di San Marco Argentano- Scalea si ammirano paesaggi meravigliosi sia nell’entroterra sia lungo la costa, dove si trovano località rinomate come Diamante, Praia a Mare, San Nicola Arcella, Cetraro con il suo porto turistico.
La Diocesi è ricca di paesi e cittadine suggestivi. Due comuni, Aieta e Buonvicino, appartengono al prestigioso club del Borghi più belli d’Italia.
Le Terme Luigiane, patrimonio dei Comuni di Acquappesa e di Guardia Piemontese, sono famose per le acque solforose, utilizzate da secoli per curare svariatissime patologie.
La nostra può essere detta Diocesi delle tre culture, perché comprende anche vari paesi della comunità arbrëshe: Cerzeto, Santa Caterina Albanese, Mongrassano, Cervicati, e inoltre la comunità occitana di Guardia Piemontese.
Terre fertili, circondate da mare e cielo azzurri, coltivate con l’antica sapienza tramandata dagli antenati e con attenzione ai progressi della tecnologia, offrono prodotti agricoli d’eccellenza: il cedro di Santa Maria del Cedro, che ha ottenuto recentemente il riconoscimento dop, l’olio d’oliva, il peperoncino della Valle dell’Esaro, il peperone roggianese, i fichi, l’enogastronomia. Sono solo le principali ricchezze del nostro territorio.
Un’altra grande ricchezza della Diocesi è di natura spirituale. Penso alle associazioni di volontariato e di assistenza ai fragili e ai bisognosi, impegnate nei nostri Comuni a creare coesione sociale. Il contributo di questa rete di associazioni ha permesso al nostro territorio di reagire con maggiore efficacia all’emergenza Covid, che ha avuto un forte impatto sulla comunità, e dalla quale stiamo finalmente uscendo.
Fenomeni come lo spopolamento e la mancanza di lavoro e di opportunità, soprattutto per i più giovani, riverberano i loro effetti anche in questa parte di Calabria. E come non menzionare i problemi che interessano la sanità e le tante battaglie per l’affermazione del diritto alla salute, che in questo territorio troppo spesso non è adeguatamente tutelato!
L’Ente che rappresento e io stessa siamo aperti alla collaborazione con la vostra attività, per rafforzare fra Chiesa, Amministrazione e territorio un legame capace di far emergere nuove energie e nuove proposte per superare le inevitabili difficoltà.
Quando c’è molto da fare, è necessaria la collaborazione di molti. Sono certa che con la Chiesa sammarchese, alla cui guida siete stato chiamato, proseguirà, nei rispettivi ambiti istituzionali e nel rispetto delle reciproche prerogative, un rapporto sinergico che consenta di affrontare le emergenze presenti nel territorio, con attenzione particolare agli ultimi, a chi è solo e indifeso, e a chi è costretto a vivere nelle ristrettezze e nelle necessità.
Consapevole che nulla è meno casuale delle cose apparentemente secondarie, ci tengo a soffermarmi sullo stemma episcopale che Voi avete scelto, e che è uno dei più potenti simboli cristiani. Il pellicano che torna al nido, e se non ha nulla da offrire ai figli, per nutrirli strappa la carne del suo stesso petto.
Immagine che per molti anni è stata raffigurata ai piedi della Croce.
È da pochi spingere la carità a questi estremi.
Ma la disponibilità costante verso i bisognosi è alla portata di molti uomini di buona volontà.
Rinnovandovi, a nome della città, dell’Amministrazione Comunale, e mio personale, la vicinanza alla missione pastorale e augurandovi un apostolato lungo e fecondo, vi porgo il più sentito e affettuoso benvenuto.
Benvenuto in Calabria, Mons. Rega, la terra accogliente che in questi giorni ha mostrato al mondo la straordinaria grandezza del suo cuore, benvenuto nella nostra Diocesi, benvenuto a San Marco!
C’è un futuro da costruire insieme.
Buon lavoro!

Virginia Mariotti
Sindaco pro-tempore del Comune di San Marco Argentano

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