Progetto Policoro

L’incontro con il Santo Padre

Bisogna essere costruttori di relazioni e tessitori di un’umanità solidale

Il Progetto Policoro compie 25 anni e gli animatori incontrano Papa Francesco in udienza privata in cui gli animatori di comunità hanno avuto la grazia non solo di vedere Papa Francesco e di ascoltare le sue parole. In rappresentanza della nostra diocesi c’era Rosalba Cupone, animatrice al terzo anno.
Il Progetto Policoro è un’iniziativa della Chiesa italiana che tenta, da ormai 25 anni, di dare una risposta concreta al problema della disoccupazione in Italia. Un progetto con il quale si vuole affrontare il problema della disoccupazione giovanile, attivando iniziative di formazione a una nuova cultura del lavoro, promuovendo e sostenendo l’imprenditorialità giovanile e costruendo rapporti di reciprocità tra le filiere. Il suo nome deriva dalla cittadina lucana (Policoro) che il 14 dicembre del 1995 ha ospitato il primo incontro voluto da don Mario Operti.
Papa Francesco in questa occasione ha ribadito ai giovani animatori:”voi siete già segni di speranza. La vostra presenza nelle diocesi possa aiutare tutti a comprendere che l’evangelizzazione passa anche attraverso la cura del lavoro. I 25 anni del Progetto Policoro siano una ripartenza. Vi incoraggio a «sognare insieme» per il bene della Chiesa che è in Italia. E vi incoraggio a fare chiasso. I giovani devono fare chiasso.”
E ancora il Santo Padre esorta ad essere animatori: “Mai come in questo tempo sentiamo la necessità di giovani che sappiano, alla luce del Vangelo, dare un’anima all’economia, perché siamo consapevoli che «ai problemi sociali si risponde con reti comunitarie» È il sogno che sta coltivando anche l’iniziativa “Economia di Francesco” – di San Francesco! Voi vi chiamate “animatori di comunità”. In effetti, le comunità vanno animate dal di dentro attraverso uno stile di dedizione: essere costruttori di relazioni, tessitori di un’umanità solidale, nel momento in cui l’economia si “vaporizza” nelle finanze, e questo è una nuova forma più sofisticata della catena di Sant’Antonio che tutti conosciamo. Si tratta di aiutare le parrocchie e le diocesi a camminare e progettare sul «grande tema [che] è il lavoro», cercando di «far germogliare i semi che Dio ha posto in ciascuno, le sue capacità, la sua iniziativa, le sue forze». È un problema di dignità. La dignità della persona non viene dai soldi, non viene dalle cose che si sanno, viene dal lavoro. Il lavoro è un’unzione di dignità. Chi non lavora non è degno.”
Frutti del Progetto Policoro, infatti, sono i Gesti Concreti, che nascono sui territori attraverso diverse forme di accompagnamento, formazione e sostegno. Vengono definiti Gesti Concreti del Progetto Policoro le imprese, i liberi professionisti e le associazioni che creano opportunità di lavoro dignitoso: realtà lavorative sostenute, motivate e riconosciute dalle diocesi, solitamente sin dalla loro costituzione, e che testimoniano con gioia che è possibile superare rassegnazione e fatalismo, in una relazione feconda e generativa con il territorio che abitano. La ricaduta sul territorio non è solo in termini di “gesti concreti” generati, ma anche d’impegno formativo verso altri giovani: gli animatori di comunità insegnano nelle scuole e sul territorio diocesano a preparare un curriculum, ad affrontare un colloquio di lavoro o ad acquisire competenze per entrare nel mondo del lavoro. Il Santo Padre sempre in questa occasione lo sottolinea dicendo:” è il momento di abitare il sociale, il lavoro e la politica senza paura di sporcarsi le mani. Voi potete dare una mano ad aprire le porte e le finestre delle parrocchie, affinché i problemi della gente entrino sempre più nel cuore delle comunità.”

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