Cari confratelli,
dopo il trasferimento di qualche parroco si verificano “scosse di assestamento” (si fa per dire) per lo più tra i laici.
Le motivazioni di queste reazioni sono intuibili ma certamente non denotano coscienza e/o maturità ecclesiale.
Mi preme precisare che tali trasferimenti vengono decisi dal vescovo a norma del can. 522 del Codice di Diritto Canonico e della Delibera CEI numero 17 del 6 settembre 1984, che prevedono il trasferimento di sede dopo 9 anni di servizio pastorale del parroco.
Evidentemente il vescovo (che non può dire tutto ne’ a tutti) si avvale del suo discernimento e delle ispirazioni del Signore per operare in questo e in altri ambiti della vita diocesana.
Desidero fare un esempio: nell’arma dei Carabinieri i nostri capitani vengono trasferiti dopo tre o quattro anni di servizio. Hanno mogli e figli e vengono mandati in sedi dove spesso non vi è nemmeno l’alloggio libero. Che bell’esempio per chi pensa che preti siano degli impiegati, da poter vivere comodamente, e i vescovi i loro datori di lavoro.
Quanta pazienza Signore!
Dalla Sede Vescovile,15 settembre 2021
+ Leonardo Bonanno