Carissimi, con il mercoledì delle ceneri iniziamo un nuovo cammino di preparazione alla Pasqua. Da pochi giorni abbiamo celebrato il trentesimo anniversario di “mani pulite” che ha portato con sé la fine della prima Repubblica ed ha modificato il sistema dei partiti, non certo migliorandoli come abbiamo potuto constatare in questi decenni. Da due anni viviamo il dramma della pandemia, in molti abbiamo sperato che questo evento, per alcuni versi davvero catastrofico, potesse cambiarci e renderci almeno più solidali. Capaci di comprendere, come ci ricorda spesso Papa Francesco, che “nessuno si salva da solo”. Probabilmente abbiamo dimenticato che, come ci ricorda il Vangelo, la conversione è una questione di mente e di cuore, cioè nasce “da dentro” non da elementi esterni. Così come “mani pulite” non ha reso il nostro Paese meno corrotto, altrettanto la pandemia non ci ha resi più solidali. Abbiamo bisogno, allora, ancora una volta, di approfittare di questo periodo quaresimale per chiedere la grazia della conversione della mente e del cuore. Di riscoprire il senso profondo della preghiera, sola ed unica realtà che lascia penetrare la Grazia e ci renderci capaci di rinunciare ai nostri piccoli o grandi egoismi per essere più solidali facendo della nostro essere, prima che del nostro avere, dono per gli altri. Come Caritas diocesana, d’intesa con il nostro Vescovo, vogliamo continuare a sostenere l’Ospedale realizzato a Dangbo, in Benin. Verso la fine dello scorso anno, grazie alla fattiva collaborazione deII’Associazione San Benedetto Abate, del Dr. Roberto Pititto, Francesco Zappone e don Andrea Caglianone, abbiamo realizzato e presentato al Ministro della salute beninese, un progetto per la realizzazione di un Centro dialisi, proprio all’interno del nostro Ospedale. Il progetto, mira a ridurre il tasso di mortalità per insufficienza renale cronica, migliorando la qualità della vita dei pazienti in dialisi. In Benin, purtroppo, data la scarsità dei centri dialisi, ve ne sono solo due in tutta la Nazione, detto tasso è altissimo. Altro obiettivo che ci siamo prefissati è la formazione del personale sanitario, che sarà svolta in due fasi: nella fase precedente l’attivazione del centro è prevista la formazione dei nefrologi che ospiteremo in Italia. Successivamente, una volta operativo, il centro stesso diventerà anche luogo di formazione permanente per aspiranti nefrologi e infermieri. Un progetto certo ambizioso, ma oltremodo necessario che ci consentirà di rilanciare l’Ospedale ed il suo prezioso servizio sanitario.
Certo che saprete presentare il progetto alle vostre comunità parrocchiali, vi saluto fraternamente nel Signore Gesù crocifisso e risorto.
Don Francesco Cozzitorto