Riflessione di Mons. Leonardo Bonanno
La Domenica delle Palme, pur nel clima dell’austerità che stiamo vivendo, credo abbia evocato in tanti di noi il tempo spensierato e festoso della fanciullezza quando con la famiglia ci si recava in chiesa rievocando l’ingresso di Gesù nella Città Santa. Nella sofferenza oggi, che ci rende più vicini tra noi e più capaci di uno sguardo amorevole verso gli altri, abbiamo meglio capito che quel Gesù di Nazareth osannato (i figli degli ebrei cantavano “osanna al Figlio di Davide”) era prossimo alla passione e alla morte per compiere il mistero di amore del Dio fatto uomo. Nella chiesa e in particolare partecipando ai sacramenti noi potremo ricevere i frutti, se lo vogliamo, di quell’unico sacrificio del Figlio di Dio immolato sulla croce. Esso infatti si rinnova in modo incruento sui nostri altari, sempre e ovunque, perché nessuno sia escluso dalla linfa vitale sgorgata dal costato di Cristo. E’ questo il più grande antidoto a qualsiasi male che possa contagiare l’uomo, facendogli avvertire il senso della sua fragilità e a volte impotenza, nonostante l’apparente e spesso conclamata grandezza.
† Leonardo, vescovo