Tortora, celebrata la Giornata del malato

di Giuseppe Miraglia
“Assistiamo i fragili con le cure mediche ma anche con il tempo e le relazioni sane”. E’ la sintesi dell’omelia del vescovo della Diocesi San Marco Argentano Scalea, Stefano Rega che ha presieduto la commemorazione della 32 ° Giornata mondiale del Malato, appuntamento diocesano che si è celebrato a Tortora nella chiesa Stella Maris della Parrocchia Santo Stefano Protomartire. L’ 11 febbraio, memoria della Beata Vergine di Lourdes, la Chiesa celebra infatti questa importante giornata, istituita nel ‘92 da San Giovanni Paolo II.
A rendere ancor più emozionante la celebrazione, quanto accaduto al diacono dottor Mario della Rocca, che a seguito della nomina del vescovo ha ricevuto il mandato di Direttore dell’ufficio per la Pastorale della salute, una struttura il cui compito è approfondire le urgenze pastorali della sanità. Nella stessa giornata ha fatto rientro in chiesa la sacra effigie della Stella Maris, oggetto di restaurazione.
Il parroco don Antonio Pappalardo per tutte queste ragioni e facendosi portavoce del vice don Leonardo Grisolia, ha espresso la sua riconoscenza al vescovo: “Questa giornata è un dono per la nostra comunità, come lo è la presenza di Mario, sempre attento verso gli ultimi, sono certo che saprà fare del bene”. Commosso lo stesso diacono: “le chiamate del Signore per me sono sempre inspiegabili, mi onorano e mi portano a rispondere sempre si, la mia vita è densa della sua presenza, ciò non fa che rafforzare la mia fede ed essere sempre più suo testimone”. Rega ha poi offerto il sacramento dell’unzione degli infermi ai presenti, fragili, anziani o chi vive una sofferenza difatti – ha spiegato – che tale sacramento non va intenso come l’estrema unzione per i morenti ma, un momento per alleviare le sofferenze e lenire le ferite, del cuore o fisiche.
“Dopo la giornata della vita, la chiesa celebra oggi la giornata del malato, la vita – ha spiegato Rega – deve essere accompagnata in tutte le sue fasi. La nostra cultura purtroppo, ci porta a pensare che è buono soltanto ciò che produce ed il resto sia scarto, siamo preoccupati del nostro corpo ma trascuriamo il cuore e l’anima. Gesù nei Vangeli trascorre del tempo con gli ammalati per guarirli e salvarli. Oltre le cure mediche è importante donare amore, una vita senza amore non avrebbe valore, spesso, chi è fragile ha bisogno oltre che di medicine anche di relazioni affettive.
Tra i tanti a presenziare alla celebrazione anche molti operatori sanitari o chi con le proprie attività opera nel mondo delle fragilità, il vescovo, rivolgendosi loro, tanto ha pronunciato: “l’augurio è che nelle strutture sanitarie o dove si accolgono fragili e sofferenti, gli operatori garantiscano l’assistenza sanitaria e donino tempo costruendo delle relazioni, accada ciò anche negli ambienti familiari. Appuntamenti come questo – ha poi concluso Rega – ci aiutino a mettere la persona con sue fragilità al centro della vita”.

Facebooktwitterredditpinterestlinkedinmail