Udienza in Vaticano

L’incoraggiamento del Papa ai futuri sacerdoti della Calabria

Nell’anniversario della nascita di San Francesco di Paola

Città del Vaticano – Questa mattina, nel Palazzo Apostolico  il Santo Padre  ha ricevuto in Udienza i Seminaristi delle Diocesi della Calabria. Dalla nostra diocesi presenti il nostro vescovo mons. Stefano Rega, accompagnato dal can. don Antonio Fasano con i seminaristi Mattia De Marco, Giuseppe Lagatta e Giuseppe Mazza. Nel corso dell’incontro, il Papa ha tenuto un discorso nel quale ha rivolto ai vescovi e ai seminaristi presenti alcune importanti riflessioni sulla loro vocazione e sul loro ruolo all’interno della Chiesa.


Il Pontefice ha iniziato il suo intervento ringraziando la Conferenza Episcopale Calabra per aver organizzato questo pellegrinaggio a Roma e per avergli offerto l’opportunità di incontrare i seminaristi e di rivolgere loro la sua parola. Ha poi salutato i rettori, i padri spirituali e i formatori presenti, sottolineando l’importanza del lavoro che svolgono per formare i futuri sacerdoti e ringraziandoli per l’impegno e la dedizione che mettono nel loro lavoro.

Il Papa ha voluto ricordare la ricchezza culturale e spirituale della Calabria, una terra che purtroppo spesso sale alla ribalta della cronaca per le sue ferite, ma che custodisce ancora oggi tesori che uniscono l’Oriente e l’Occidente. Il Santo Padre ha citato Omero, che nella sua Odissea parla della bellezza dei due mari che bagnano la Calabria, ma ha anche ricordato l’importanza del patrimonio religioso di questa terra, che rischierebbe di essere dimenticato se non ci fosse l’impegno dei chierici e dei seminaristi calabresi.
Il Pontefice ha ricordato che «proprio come oggi, il 27 marzo 1416, nasceva il vostro Santo Patrono, Francesco di Paola: è bello che siate qui proprio in questa data! Sul letto di morte egli disse ai suoi confratelli che non aveva alcun tesoro da lasciare e li esortò: “Amatevi l’un altro e fate tutte le vostre cose in carità”. Questo si aspetta da voi la Calabria: che tutto si faccia in carità, in unità, in fraternità».

La riflessione del Papa si è quindi concentrata sulla parola “rimanere”, tratta dal Vangelo di Giovanni. Rimanere con il Signore, ha detto il Pontefice, è il fondamento di tutto, l’elemento essenziale che deve guidare il ministero sacerdotale. Altrimenti, ha avvertito il Papa, si rischia di cadere nel carrierismo, una forma di mondanità che deve essere evitata ad ogni costo. L’amore del Signore deve essere al centro della vocazione sacerdotale, e non la ricerca della gloria umana o del benessere personale.

Il Papa ha quindi rivolto una domanda ai seminaristi presenti: che cosa cercate? Qual è il desiderio che vi ha spinto a uscire incontro al Signore e a seguirlo sulla via del sacerdozio? Questa domanda, ha spiegato il Pontefice, è fondamentale, perché spesso dietro la scelta di diventare sacerdoti si nascondono motivazioni sbagliate, come la ricerca del prestigio o la fuga dalla realtà. Il Papa ha invitato i seminaristi a fare una profonda riflessione sulla loro vocazione, a chiedersi se veramente desiderano essere pastori con lo stesso cuore compassionevole e misericordioso di Cristo. (U.T.)

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