Messaggio per la V Domenica della Parola e la Settimana di Preghiera per l’Unità dei Cristiani

Carissimi,
ci prepariamo a vivere la V Domenica della Parola di Dio e contestualmente ci accostiamo alla Settimana di Preghiera per l’Unità dei Cristiani. Per il primo appuntamento il Pontificio Consiglio per la Nuova Evangelizzazione ha inteso cogliere il messaggio della domenica dedicata alla Parola da Gv 8,31: “Rimanete nella mia Parola”. Conosciamo bene il valore del verbo “rimanere” nel Vangelo giovanneo; esso esprime la profonda relazione che il Signore desidera costruire nella stabilità e nella continuità con i suoi discepoli. “Rimanere” è l’abitare permanente di Dio della storia di ogni uomo e donna. Dice, inoltre, l’impegno che si assume ogni credente, affinché la propria vita sia fondata sulla stabilità pronunciata dalla vitale intimità con il Signore. In questo modo, il primato della Parola di Dio è la prima realtà da riconoscere per ogni settore dedicato all’azione pastorale. “In principio era il Verbo” – come recita il prologo del Vangelo di Giovanni – continua ad essere per noi una valida attestazione di verità che ogni comunità è chiamata a riscoprire. L’originaria Parola creatrice di Dio trova il suo apice nell’Incarnazione del Verbo e continua a rendersi operante nell’azione dello Spirito che rinnova continuamente il volto della Chiesa. Nell’Instrumentum laboris “La Parola di Dio nella vita della Chiesa”, frutto della XII Assemblea Generale del Sinodo dei Vescovi del 2008, si afferma che “la Chiesa nel suo essere mistero del Corpo di Gesù si trova ad avere nella Parola l’annuncio della sua identità, la grazia della sua conversione, il mandato della sua missione, la fonte della sua profezia e la ragione della sua speranza. Essa è costituita intimamente dal dialogo con lo Sposo e resa destinataria e testimone privilegiata della Parola amorosa e salvifica di Dio”.
Vorrei che si leggesse sinotticamente il messaggio giovanneo della Domenica della Parola (cfr. Gv 8,31) con il tema scelto per la Settimana di preghiera per l’Unità dei Cristiani che quest’anno verte sul duplice comandamento dell’amore verso Dio e verso il prossimo (cfr. Lc 10,26). Rimanere nell’amore significa, sostanzialmente, incarnare una prassi di vita che realizzi pienamente l’unica legge dell’amore. Questa esigenza è rivolta primariamente al prossimo e poi si estende a Dio. L’amore per il prossimo è un impegno concreto che ogni cristiano vive nella sua vocazione specifica, secondo i modi, i tempi, i luoghi e le circostanze che lo Spirito predispone nella sua creatività. Per questo motivo non esiste un “manuale” che ci insegni ad amare, basterebbe mettere in pratica il Vangelo sine glossa. In esso troviamo narrata la storia viva e vivificante di un amore paradigmatico, quello di Gesù, che è venuto a manifestare l’amore del Padre misericordioso. Il Vangelo di Luca delinea l’amore di Dio e del prossimo attraverso la parabola del buon samaritano, nella quale, solo alla fine, è possibile comprendere che non basta amare Dio né tantomeno il prossimo per essere “perfetti”, occorre diventare “prossimi” gli uni degli altri.
Nella chiamata ad incarnare la “prossimità” vogliamo riconoscere la dignità di figli di Dio, ai quali è stato affidato il comandamento dell’amore come via che ci ricongiunge tutti all’unità, senza azzerare le diversità. In esse, impariamo a cogliere la multiforme sapienza del Padre che a tutti dona carismi differenti per l’edificazione della casa comune nella quale sentirci realmente “fratelli e sorelle”. La Parola di Dio illumini i passi che conducono tutti i cristiani all’unità. In questo senso, l’azione dei Pastori sarà utile per far comprendere alcuni punti di fondamentale importanza:
• Il primato della Parola nell’azione pastorale;
• La considerazione di una lettura cristologica di tutta la Scrittura;
• La comprensione e la lettura della Bibbia attraverso la grazia Spirito Santo;
• La certezza che la Bibbia è rivelazione della Parola di Dio;
• Il coinvolgimento dei fedeli in iniziative pastorali che offrano la possibilità di poter diventare
sempre più intimi con la Parola;
• La necessità di una Pastorale biblica e di un’animazione biblica dell’intera pastorale;
• L’urgenza del laicato di essere coinvolto nella Pastorale biblica in cui non sia semplice uditore
passivo, ma attivo protagonista ed evangelizzatore.
Queste semplici e schematiche disposizioni le consegno come buoni consigli per attivare una Pastorale biblica diocesana rinnovata che aiuti a generare comunità che si pongono in fedele e obbediente ascolto della Parola di Dio. Incoraggio, inoltre, le singole comunità a vivere la Domenica della Parola, ponendola al centro della liturgia domenicale, nelle modalità suggerite dall’Ufficio Liturgico e secondo la creatività suggerita dallo Spirito che parla al cuore di ogni pastore e fedele.
San Marco Argentano, 16 gennaio 2023

 

† Stefano Rega
vescovo

Messaggio Domenica della Parola – Unità dei Cristiani

 

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